Un parziale mea culpa in diretta televisiva davanti agli elettori, ma nessun passo indietro nella corsa alle presidenziali francesi. Travolto dall’accusa di avere retribuito per anni la moglie Penelope e i figli con denaro pubblico per prestazioni lavorative fittizie, il candidato della destra repubblicana all’Eliseo, Francois Fillon, non getta la spugna e passa al contrattacco, difendendo la consorte e se stesso.
“Abbiamo assistito a un attacco di una violenza inaudita, mai visto nella vita della Repubblica”, ha detto il 6 febbraio l’ex premier in una affollata, attesissima conferenza stampa. “Sono stato preso di mira, tutti i fatti che sono accaduti sono legali e trasparenti non ho mai nascosto nulla”, ha aggiunto Fillon, che ha poi chiesto scusa a tutti i francesi che lo hanno scelto alle primarie, precisando che aver assunto la moglie è stato un “errore”, ma che il compenso percepito da Penelope Fillon in qualità di assistente parlamentare era “perfettamente giustificato”.
“Sono stato scelto da milioni di francesi, non sono solo il candidato di un partito. Nessuno mi farà cambiare idea, io sono un candidato che vuole vincere”, ha rilanciato al termine della conferenza stampa il candidato alla presidenza, sfidando anche tutti i sondaggi che lo danno perdente dopo a causa del Penelopegate.