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    Prende il via in Nepal il festival di Gadhimai, il più grande rito sacrificale di animali del pianeta

    Credits: Pratap Thapa/Xinhua/ZUMA Wire

    Nonostante i divieti da parte di attivisti e autorità locali, la potenza spirituale del festival ha riunito migliaia di fedeli induisti in un villaggio al confine con l'India, dove ogni cinque anni oltre 200mila animali vengono sgozzati in nome di Gadhimai, la dea del potere

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 3 Dic. 2019 alle 16:22 Aggiornato il 3 Dic. 2019 alle 20:02

    Al via il festival di Gadhimai in Nepal

    Oggi, martedì 3 dicembre, ha preso il via in Nepal il festival di Gadhimai, che ha luogo ogni cinque anni in un villaggio remoto del Paese, al confine con l’India. I fedeli induisti della dea Gadhimai hanno iniziato a sgozzare migliaia di bufali sin dalle prime ore del mattino in quello che è considerato il più grande sacrificio di animali di tutto il mondo.

    Nonostante gli sforzi degli attivisti per i diritti degli animali e delle autorità locali di porre fine al più grave spargimento di sangue del pianeta, il festival è iniziato anche quest’anno con un massacro cerimoniale di capre, ratti, polli, maiali e volatili, in nome della cosiddetta “dea del potere”.

    Dopo il sacrificio, circa duecento macellai hanno attraversato l’arena murata che ospita il festival trascinando migliaia di bufali, mentre i fedeli curiosi accorsi da ogni parte del Paese sbirciavano arrampicati sugli alberi.

    Birendra Prasad Yadav, membro del comitato organizzativo del festival, ha dichiarato all’agenzia francese Afp: “Abbiamo cercato di non supportare il festival, ma le persone credono troppo nella tradizione, e sono venute qui con le loro offerte”.

    Migliaia di fedeli giunti dal Nepal e dall’India hanno presidiato per giorni l’area dell’evento, più grande di un campo da calcio, dormendo all’aperto con le proprie offerte.

    Gli animalisti speravano che il rito non si riproponesse più dopo che le autorità del villaggio hanno ordinato al governo di scoraggiare lo spargimento di sangue, ma secondo gli attivisti le agenzie governative e i comitati locali non sono riusciti a rendere gli ordini effettivi.

    Nemmeno i sequestri di decine di animali da parte delle autorità di frontiera ai pellegrini che viaggiavano senza licenza sono riusciti ad arrestare il flusso di fedeli.

    In occasione del festival del 2014 oltre 200mila animali sono stati uccisi in nome della dea induista.

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