Il fallimento è una parte molto importante del successo.
Se non si fallisce, significa che non si è rischiato nulla o che si sta ripetendo se stessi
Marina Abramović, la “grandmother of performance art”, è tra i più influenti e impavidi artisti di sempre, un’avanguardista serba che per quarant’anni ha usato il proprio corpo come mezzo espressivo, oltraggioso e seducente. Si è spinta oltre i limiti, ha scioccato e ha coinvolto.
Diventata oggi un’icona, Marina Abramović a 69 anni non ancora compiuti c’è una cosa sola che vuole: che la performing art venga legittimata.
Da un’intervista per TED, ecco cosa pensa l’artista della perfezione, delle emozioni e del fallimento come tappa obbligatoria verso il successo:
Alle persone piace creare la migliore immagine di se stessi e poi nascondere lo schifo, ma la mia idea è di esporre tutto. L’essere umano deve essere onesto in merito a se stesso e agli altri. È okay non essere perfetti. È okay che tutti noi abbiamo problemi. È okay piangere, mostrare le emozioni.
Riferendosi alla sua performance originale per la retrospettiva The Artist is Present del 2010 al MoMA, una delle performance artistiche più lunghe della storia (è rimasta seduta su una sedia sei giorni a settimana, sette ore al giorno), la Abramović dice:
Le persone a casa non si siedono mai e non guardano qualcuno negli occhi. Si fa di tutto per divertire se stessi, si ha paura di non fare niente, si guarda la televisione, si guardano i messaggi sul cellulare, il computer, le e-mail. Abbiamo invece bisogno di imparare a restare fermi, ad essere presenti, essere qui e ora. Al MoMA, ero là, ero disponibile per tutto il tempo e la relazione era biunivoca. Le persone non avevano dove scappare se non in loro stessi e la realizzazione portò un’enorme quantità di emozioni.
Una tappa obbligatoria, della quale non avere paura, per riuscire? Il fallimento:
Devo avere a che fare tutti i giorni con l’essere vulnerabile. Non mi abituo mai all’esibirmi. Ma poi ancora, penso che il fallimento sia una parte molto importante del successo. Se non si fallisce, significa che non si è rischiato nulla o che si sta ripetendo se stessi. E questo significa che si perderà la curiosità e la forza della vita dentro di sé.
Non bisogna trattenersi dal piangere, non bisogna dimenticarsi delle proprie emozioni. Lei c’è riuscita, è riuscita nel suo intento di far fluire le emozioni fuori dagli spettatori che hanno preso parte attiva a The Artist Is Present:
Una delle cose che voglio fare è programmare semplici esercizi. Non non-piangete. Piangete. Ma piangete di fronte a tutti.
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L’articolo è stato originariamente pubblicato sul sito Spunti di Mezzanotte, qui, con cui TPI collabora
Spunti di Mezzanotte nasce come blog nel marzo 2015 da un’idea della scrittrice italiana Elena Brenna, per raccogliere quei semi creativi che lungo il suo percorso personale l’hanno formata. Due mesi dopo, il blog viene rilanciato come sito web dedicato alla creatività e alla conoscenza più insolita. Il motto del progetto è: “Leggete, ascoltate, osservate, trasformate, create. Siate curiosi, l’intelligenza non esiste. Nasciamo tutti con le stesse potenzialità mentali, l’intelligenza è solo lo stato raggiunto da una mente curiosa”.
Elena Brenna è una scrittrice italiana ed ex fotografa. Nel 2012 ha co-fondato, e co-diretto fino al 2015, il primo quotidiano online internazionale per gli italiani a Berlino, Il Mitte. Oggi lavora come content manager & strategist per un’agenzia di comunicazione, ha pubblicato indipendentemente il suo primo romanzo, Agnes, e ha fondato il sito web Spunti Di Mezzanotte, di cui è curatrice unica. Ha la causa Lgbt nel cuore, crea suoni, traccia linee ed è un’acuta osservatrice. Seguila su Twitter: @_elenabrenna
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