Facebook e Google si sono impegnate nella lotta contro le notizie false che circolano in rete, attraverso una nuova politica sulla pubblicità. Entrambe le società infatti hanno l’obiettivo di rendere più difficile fare i soldi attraverso la pubblicazione di notizie false, limitando gli annunci pubblicitari sui siti di bufale.
“Limiteremo la pubblicazione di annunci pubblicitari su pagine che travisano o nascondono informazioni sugli editori e sullo scopo principale della pagina web”, ha detto un portavoce di Google a Reuters.
Non è ancora chiaro se Google abbia o meno la capacità di identificare correttamente tali siti. Lunedì 14 novembre, per alcune ore uno dei primi contenuti apparsi sul motore di ricerca digitando le parole “risultati elettorali definitivi”, era di “70 news”, e dava la notizia, falsa, secondo cui Donald Trump aveva vinto anche il voto popolare con un vantaggio di 700.000 voti. Si trattava chiaramente di una bufala dal momento che Clinton è in testa con un milione di voti, pur avendo perso le elezioni in termini di Grandi elettori, necessari per essere eletti presidenti.
Anche Facebook ha intrapreso la stessa via, vietando gli annunci pubblicitari su siti che mostrano contenuti “fuorvianti o illegali” e su siti di notizie false.
Facebook era stato accusato nei giorni successivi all’Election Day, di aver contribuito alla vittoria di Trump attraverso una serie di notizie false o manipolate che hanno influenzato il modo in cui ha votato l’elettorato americano. Secondo le accuse l’algoritmo di Facebook avrebbe promosso notizie bufale sui news feed di milioni di utenti. Secondo Buzzfeed circa 100 siti pro-Trump, che promuovevano notizie false, provenivano dalla stessa città nei Balcani.
Facebook si è ufficialmente difeso sostenendo di essere una fonte di informazione imparziale, tuttavia molti dirigenti hanno espresso preoccupazione per l’eccessiva diffusione di post e immagini razziste.
Tagliare gli introiti economici di tali siti, limitando la quantità di denaro ricavabile dalla pubblicità, può aiutare a limitarne la proliferazione. Ma Facebook si trova di fronte ad un altro problema: se gli utenti interagiscono più con le notizie false che con quelle vere, allora l’algoritmo di Facebook promuoverà maggiormente la notizia falsa. La lotta alla diffusione di notizie false è ancora aperta.
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