Evan Gershkovich, giornalista del Wall Street Journal arrestato alcuni giorni fa in Russia, è stato formalmente incriminato per spionaggio. Lo rende noto l’agenzia Tass, mentre il reporter ha negato ogni accusa. Sul Cremlino sono stati fatti diversi tentativi di pressione per chiederne il rilascio, ma secondo quanto detto dal viceministro degli Esteri Serghei Ryabkov si tratta di “speranze inutili”.
Ryabkov ha anche avuto un incontro con l’ambasciatrice americana a Mosca Linne Tracy. “Durante la discussione sulla detenzione in Russia del cittadino americano Gershkovich, sollevata da Tracy, è stata richiamata l’attenzione del capo della missione diplomatica sulla natura grave delle accuse che sta affrontando. È stato sottolineato che è stato colto in flagrante mentre cercava di ottenere dati segreti, utilizzando il suo status di giornalista come copertura per un’attività illecita qualificata come spionaggio”, ha dichiarato il ministero degli Esteri in un comunicato. “La questione dell’accesso a lui – si legge ancora – da parte dei rappresentanti dell’ambasciata statunitense, che sono stati debitamente informati della detenzione, è in corso di esame sulla base della prassi consolare passata e della legislazione della Federazione Russa”.
Per il Wall Street Journal, Gershkovich si occupava di Russia, Ucraina e Paesi dell’ex Unione sovietica. In precedenza, aveva lavorato per l’agenzia Afp e il Moscow Times e aveva collaborato per il New York Times. In un comunicato i servizi d’intelligence interni di Mosca hanno affermato che il giornalista, “agendo su istruzione della parte americana, raccoglieva informazioni coperte dal segreto di Stato sull’attività di una delle imprese del complesso industriale militare russo”.