Diverse fonti hanno confermato che sabato 17 dicembre è stato raggiunto un accordo per consentire ai “casi umanitari” di lasciare due villaggi sciiti nel nordovest della Siria in mano al governo e assediati dai ribelli.
L’evacuazione di circa 4mila persone, inclusi i feriti, dai villaggi di Foua e Kefraya dovrebbe cominciare oggi stesso.
Questo consentirebbe anche la ripresa delle operazioni di evacuazione di ribelli e civili rimasti ad Aleppo est dopo che i trasferimenti erano stati sospesi nella giornata di venerdì 16 dicembre.
L’evacuazione dell’ultima enclave ribelle di Aleppo era stata interrotta dopo che si sono verificati degli scontri a fuoco e alcuni testimoni avevano riferito anche di aver udito delle esplosioni. Migliaia di persone erano già state trasferite in precedenza, ma svariate decine di migliaia restano in attesa.
La situazione appare complicata dalla presenza di diverse milizie, tra cui quelle del movimento libanese sciita Hezbollah e quelle iraniane, scese in campo al fianco delle forze lealiste che si battono per il presidente Bashar al-Assad.
Gli attivisti dell’opposizione hanno infatti accusato proprio i libanesi di aver interrotto l’evacuazione bloccando la principale via a sud di Aleppo.
Tuttavia, Damasco aveva giustificato l’interruzione dei trasferimenti dai quartieri orientali di Aleppo dicendo che non poteva proseguire se non simultaneamente all’evacuazione dei due villaggi.
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