Dopo il sì del Senato del 12 dicembre, il Belgio aspetta il voto della Camera per diventare il primo Paese al mondo a legalizzare l’eutanasia senza limiti d’età. I promotori del disegno di legge sperano che avvenga prima dello scioglimento delle camere per le elezioni nazionali, previste per il maggio 2014.
La proposta di legge è stata adottata dal Senato con una larga maggioranza, con 50 voti favorevoli e 17 contrari. A votare sì sono state tutte le forze politiche belghe a eccezione dei cristiano-democratici francofoni e fiamminghi e del partito di estrema destra fiammingo Vlaams Belang. “Non c’è un’età per la sofferenza, ed è molto importante che ci sia un quadro giuridico per i medici che si trovano ad affrontare queste situazioni”, ha dichiarato il senatore Jean-Jacques De Gucht del partito dei Democratici e Liberali Fiamminghi commentando il voto, il cui risultato rispecchia anche la posizione dell’opinione pubblica belga, largamente favorevole alla legge, secondo un sondaggio del centro di ricerca “Dedicated” pubblicato sul quotidiano “La Libre Belgique”.
Anche un gruppo di 16 pediatri aveva offerto sostegno alla legge, con una lettera aperta pubblicata su “Le Soir” e “De Morgen”, che incoraggiava l’approvazione della legge il più presto possibile. “L’esperienza ci dimostra che in casi di grave malattia e morte prossima, i minori sviluppano velocemente un forte livello di maturità, fino a diventare spesso in grado di riflettere”, affermavano i pediatri, secondo i quali la malattia aiutava anche i giovani pazienti a “esprimersi meglio delle persone in salute”.
Secondo Jacqueline Herremans, presidente dell’associazione belga “Association pour le Droit de Mourir dans la Dignité” (associazione per il diritto di morire in dignità) che si batte per i diritti dei malati “Ci sarà sempre il sentimento d’ingiustizia, la sofferenza dei genitori che dovranno confrontarsi con la realtà di un bambino colpito da una malattia grave e incurabile”, ma la legge rappresenterebbe comunque “Un ulteriore passo verso una più grande umanizzazione della fine della vita”.
Contrari alla proposta sono invece rappresentanti dei principali gruppi religiosi belgi, che hanno espresso una “forte inquietudine riguardo al rischio di banalizzazione dell’eutanasia in Belgio”.
La legge in corso di approvazione prevede il ricorso alla “dolce morte” per i bambini gravemente malati, in fase terminale, che si trovano ad affrontare delle sofferenze fisiche insopportabili e inguaribili. Un test psicologico dovrebbe dimostrare la capacità di giudizio del minore, e la domanda dovrebbe essere autorizzata da entrambi i genitori. Dall’inizio del 2002 è già possibile il ricorso all’eutanasia per i minori in Olanda, dove però è posto un limite minimo di età di 12 anni. La legge belga attuale sull’eutanasia, anch’essa in vigore dal 2002, interessa per ora solo i maggiorenni. Nel 2012 sono stati 1.432 i casi di eutanasia registrati in Belgio, pari al 2 per cento dei decessi.
Belgio, Olanda e Lussemburgo, sono gli unici paesi al mondo a permettere l’eutanasia attiva, mentre il suicidio assistito è consentito in Svizzera e in alcuni stati Usa. Altri paesi tra cui Svezia, Danimarca, Norvegia, Ungheria e Regno Unito, hanno in vigore legislazioni che permettono a vari livelli l’interruzione delle cure e regolano l’accanimento terapeutico. In Italia invece la “buona morte” è ancora vietata e considerata un reato. La proposta di legge belga ha infatti suscitato scalpore in Italia; tra le critiche sono giunte quella dei rappresentanti della Chiesa e dell’ Ordine dei medici.
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