I leader dei 27 paesi dell’Unione europea (con eccezione del Regno Unito), al termine della riunione di mercoledì 29 giugno, hanno avvertito Londra che dovrà rispettare il principio di libera circolazione delle persone se vuole mantenere l’accesso al mercato unico dopo che avrà lasciato l’Ue.
Il presidente del consiglio europeo Donald Tusk ha chiarito al termine della riunione dei capi di Stato e di governo, il primo senza il Regno Unito in quarant’anni di storia, che “non ci potrà essere un mercato unico su misura” per la Gran Bretagna.
E anche i leader di Francia e Germania, il presidente François Hollande e la cancelliera Angela Merkel, hanno puntualizzato che il principio di libera circolazione delle persone all’interno dell’Ue non è negoziabile.
Tusk, inoltre, ha annunciato che ci sarà un nuovo incontro dei leader dell’Unione europea, senza il Regno Unito, il prossimo 16 settembre, per discutere nei dettagli della Brexit.
Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Junker ha ripetuto che “non ci potrà essere alcun negoziato” della Ue con la Gran Bretagna “prima che abbia avuto luogo la notifica” dell’art.50 del Trattato che regola l’uscita di un paese dall’Unione europea. Il passaggio indica la volontà comune dei 27 di non avviare trattative “preventive”.
“Per organizzare il ritiro ordinato” del Regno Unito, “spetta al governo britannico, appena sarà pronto a farlo, notificare al Consiglio europeo” la volontà di attivare l’art.50. “Sarebbe preferibile che questo avvenisse rapidamente allo scopo di evitare di entrare in un prolungato periodo di incertezza”.
In una dichiarazione finale i 27 leader hanno espresso “profondo dispiacere”, ma anche “rispetto” per l’esito del referendum.
Nel frattempo la first minister scozzese Nicola Sturgeon incontrerà il presidente della commissione europea Juncker per discutere dei rapporti tra la nazione e l’Unione europea, dopo che la maggioranza degli scozzesi al referendum sulla Brexit ha scelto di rimanere all’interno dell’Ue.
Juncker tuttavia ha spiegato che la Commissione europea “ascolterà” le ragioni della Scozia, ma non entrerà nel merito di un dibattito che a Bruxelles viene visto come “squisitamente britannico”.
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