I ministri delle Finanze dell’Eurozona, i 19 stati membri dell’Ue che adottano la moneta comune, hanno approvato nuovi aiuti alla Grecia e hanno raggiunto un accordo di massima per l’alleggerimento del debito pubblico a partire dal 2018.
La decisione prevede di sbloccare aiuti per 10,3 miliardi di euro in due tranche e permetterà ad Atene di ripagare i prestiti in scadenza il prossimo mese.
L’accordo è stato raggiunto due giorni dopo che il parlamento greco aveva approvato un’altra serie di tagli alla spesa pubblica e l’aumento di tasse richiesto dai creditori internazionali. Queste misure, insieme a una nuova riforma delle pensioni, hanno scatenato le proteste dei cittadini contro il governo di Alexis Tsipras. Migliaia di persone hanno manifestato a piazza Syntagma, di fronte al parlamento.
Inoltre, la discussione dell’Eurogruppo sulla ristrutturazione del debito, durata tutta la notte fino all’alba di mercoledì 25 maggio, ha convinto il Fondo monetario internazionale a tornare a prendere parte al piano di salvataggio. Il Fondo aveva in precedenza lasciato i negoziati per il rifiuto della Germania e di altri paesi europei a ridurre il debito di Atene e rendere le cose più facili al governo greco.
Il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, è soddisfatto dell’esito dell’incontro e ha dichiarato che “l’accordo è un’ottima notizia perché mostra che il programma di aiuti è di nuovo sulla via giusta e che la Grecia ha fatto ottimi progressi”.
Tuttavia, la discussione sul punto-chiave dell’incontro, ovvero l’alleggerimento del debito, è ancora in una fase iniziale e il Fondo monetario internazionale deve ancora prendere una decisione definitiva. L’organizzazione, che ha sede nella capitale statunitense Washington, ha reso noto che non vuole vaghe promesse di eventuali ristrutturazioni a partire dal 2018, ma spinge per delle misure più drastiche che possano dare da subito impulso all’economia greca.
I ministri delle Finanze europei sono restii a concedere qualcosa in più di questa promessa, legata alle riforme che la Gercia porterà avanti nei prossimi anni, e non vogliono perdere un importante strumento di pressione su Atene.
Per questo motivo, l’Eurogruppo è quindi orientato verso un “re-profiling” del debito, con una diminuzione degli interessi e un allungamento delle scadenze dei prestiti, piuttosto che verso un condono vero e proprio.