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    “Il vino nuoce alla salute”: in Irlanda l’etichetta sugli alcolici è legge, l’Italia protesta

    Di Massimiliano Cassano
    Pubblicato il 23 Mag. 2023 alle 10:33 Aggiornato il 23 Mag. 2023 alle 10:35

    “Il consumo di alcol provoca malattie del fegato” e “alcol e tumori mortali sono direttamente collegati” sono le etichette che saranno presenti su vino, birra e liquori in vendita in Irlanda. Dublino è la prima Capitale al mondo ad imporre informazioni circa i rischi sanitari collegati al consumo di alcune bevande, nonostante le perplessità sollevate da diversi Paesi partner commerciali e da numerose associazioni di categoria europee e nazionali.

    La norma è stata notificata a giugno a Bruxelles, che – con il periodo di moratoria che è scaduto a fine dicembre 2022 – ha dato il via libera alle autorità nazionali per rendere effettivo il provvedimento. Il benestare dell’Ue aveva suscitato la reazione contraria – su tutti – di Italia, Francia e Spagna, che temono possa essere un ostacolo al mercato interno. La legge si applicherà dopo un periodo di transizione di tre anni, entrando quindi in vigore pienamente dal 22 maggio 2026. “Sono lieto che siamo il primo paese al mondo a compiere questo passo e introdurre un’etichettatura sanitaria completa dei prodotti alcolici, non vedo l’ora che altri paesi seguano il nostro esempio”, ha detto il ministro della Salute irlandese Stephen Donnelly. Per Dublino le etichette aiuteranno a ridurre il forte consumo di alcolici nel Paese, considerato una vera e propria emergenza sanitaria nazionale.

    Ma secondo la Coldiretti il provvedimento potrebbe mettere a rischio le esportazioni italiane di vino, che nel 2022 hanno raggiunto i 7,9 miliardi. Ieri il ministro dell’Agricoltura e Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida è tornato sul tema, affermando che “la stigmatizzazione del vino da parte dell’Irlanda crea una turbativa all’interno del mercato unico”. Una presa di posizione è arrivata anche dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima): “L’attacco al vino italiano a cui stiamo assistendo non ha nulla di scientifico, e a confermarlo sono i numeri ufficiali degli istituti di ricerca”.

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