Almeno dieci persone hanno perso la vita mercoledì 1 giugno nell’esplosione di un’autobomba davanti all’ingresso di un hotel di Mogadiscio, la capitale della Somalia. Il bilancio, secondo fonti della polizia locale è destinato a salire.
L’hotel sotto attacco, secondo un giornalista freelance della Bbc, si chiama Ambassador ed è molto frequentato da politici e funzionari governativi. La facciata dell’edificio è stata gravemente danneggiata dalla forte esplosione.
Gli assalitori si sono fatti largo con un’autobomba davanti all’hotel e poi sono entrati dentro l’edificio, come ha dichiarato alla Reuters il portavoce del gruppo terroristico al Shabaab che ha immediatamente rivendicato l’attacco.
“Finora sono morte dieci persone nell’eplosione dell’autobomba, ma il bilancio è destinato a salire perché alcuni miliziani sono entrati nell’hotel e non abbiamo visto uscire i clienti”, ha dichiarato il sindaco di Mogadiscio Ibrahim Hassan, sempre alla Reuters.
Nello stesso giorno gli Stati Uniti hanno ucciso in un’operazione condotta con i droni 17 miliziani del gruppo terroristico legato ad al Qaeda, tra cui uno dei comandanti di al Shabaab sospettato di aver partecipato all’attacco all’università kenyana di Garissa in cui morirono 148 studenti.
Il gruppo terroristico di matrice islamica al Shabaab è stato cacciato dalla capitale Mogadiscio nel 2011, ma rappresenta ancora una grave minaccia per il governo appoggiato dalle Nazioni Unite.
Negli ultimi anni ha compiuto una serie di attentati nella città. A febbraio un’autobomba fatta esplodere all’ingresso di un parco di Mogadiscio aveva provocato la morte di nove persone, mentre a gennaio 17 persone erano state uccise da un gruppo di uomini armati che avevano fatto irruzione in un ristorante.
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