Sono trascorsi ormai 6 giorni da quando gli esperti dell’Organizzazione mondiale della sanità sono arrivati a Wuhan nell’ambito dell’indagine sull’origine del Coronavirus. Le indagini registrano nuovi progressi e “dati mai visti”. Gli scienziati sono stati in visita al laboratorio di massima sicurezza dell’istituto di virologia della città, al centro, nei mesi scorsi, dei sospetti sulla diffusione del virus
Nel sesto giorno di indagini sul campo, dopo la fine dei 14 giorni di quarantena previsti all’ingresso in Cina, gli scienziati internazionali hanno incontrato anche la virologa più famosa della Cina, Shi Zhengli, la “bat-woman” recentemente premiata per i suoi studi sui virus nei pipistrelli.
Nelle tre ore e mezzo trascorse all’interno del laboratorio, gli esperti dell’Oms e lo staff del Wuhan Institute of Virology hanno avuto una “schietta e aperta discussione” e, conferma Daszak – uno degli scienziati che compongono la squadra – sono state poste domande essenziali e sono state ricevute risposte da parte degli interlocutori cinesi.
La squadra dell’Oms procede con “mentalità aperta” nelle indagini, politicamente molto sensibili per la Cina: Pechino respinge l’ipotesi di essere il Paese da cui si è sviluppato il virus, e ancora di più che possa essere sfuggito dal laboratorio di Wuhan, citando studi che ne riportano la presenza di casi di Covid-19 in altri Paesi contemporaneamente o prima del focolaio di fine 2019.
“Il corpo di informazioni che stiamo mettendo insieme è di grande valore e ci sta portando nella giusta direzione” per quanto riguarda le origini del Coronavirus. “Le tesi sono ancora tutte sul tavolo, siamo aperti a tutto”, ha spiegato Daszak che da anni collabora con l’Istituto e con la dottoressa Shi Zhengli.