L’esercito sudcoreano sta perseguendo i militari omosessuali dopo la diffusione di un video di contenuto esplicito pubblicato all’inizio del 2017. Nel filmato erano ripresi due soldati durante un rapporto sessuale.
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Gli investigatori hanno chiesto ai militari di denunciare i loro compagni gay, hanno confiscato i cellulari e usato le app per appuntamenti nel tentativo di rivelare l’identità sessuale dei soldati. A descrivere questa realtà è stato Taehoon Lim, capo del Centro per i diritti umani dei militari in Corea.
L’esercito coreano ha comunicato che le indagini sono partite dopo la diffusione del video che è una violazione delle leggi del paese. Nel codice militare, poi, esiste una norma che vieta le attività omosessuali e le punisce con due anni di carcere. Il divieto sarebbe motivato dalla necessità di mantenere le vite dei soldati in salute e private.
“Gli investigatori militari hanno usato il video per ottenere informazioni su altri soldati omosessuali e hanno forzato i sospettati a identificare le persone con cui hanno avuto rapporti”, ha commentato Lim. Non sono stati diffusi i dettagli dell’indagine anche se l’esercito assicura la protezione della privacy dei soldati.
Nella Corea del Sud le persone omosessuali, bisessuali, e transgender sono vittime di uno stigma sociale che spesso le porta a nascondere il loro orientamento per paura di discriminazione. Secondo Lim, dall’inizio dell’anno sarebbero più di 30 i soldati sotto inchiesta. Uno è stato arrestato.
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