L’esercito iracheno all’alba di lunedì 30 maggio ha lanciato l’assalto finale per riconquistare Falluja, una delle roccaforti dell’Isis in Iraq dal 2014.
Le forze irachene sono entrate da tre diversi punti a Falluja, dopo una settimana di scontri nelle periferie con i miliziani del sedicente Stato islamico in seguito all’offensiva militare avviata dal governo di Baghdad.
“Abbiamo iniziato all’alba le nostre operazioni per entrare a Falluja”, ha annunciato Sabah al-Norman, un portavoce dell’unità d’élite dell’antiterrorismo, schierata da ieri nella città per poter aprire la strada ai militari.
Le forze irachene stanno entrando a Falluja sotto la copertura della coalizione internazionale e con il sostegno di blindati e artiglieria pesante. I miliziani del gruppo estremista oppongono resistenza, in particolare con autobombe e attacchi suicidi.
La maggior parte degli scontri avviene ancora in periferia e fonti dell’esercito iracheno hanno fatto sapere che probabilmente ci sarà una pausa nell’offensiva per permettere la fuga ai 50mila civili intrappolati in città.
Secondo fonti locali, le forze di sicurezza irachene hanno scoperto decine di tunnel scavati dai miliziani jihadisti per fuggire dalla linea del fronte.
Falluja, insieme a Mosul, è la principale città controllata dall’Isis in Iraq. È storicamente una roccaforte sunnita e nel 2004 durante l’invasione degli Stati Uniti diventò il simbolo della resistenza sunnita.
Nella capitale irachena, invece, tre attentati hanno provocato almeno 22 morti e 45 feriti. Secondo quanto riferito da fonti della polizia irachena, il primo attentato è avvenuto nei pressi di un mercato nella parte settentrionale di Baghdad, dove è esplosa un’autobomba, uccidendo dieci persone e ferendone venti.
Un’altra autobomba è esplosa nel distretto di Tarmiyah, causando la morte di almeno otto persone. Un terzo attentato è avvenuto a Sadr City, a nordest della capitale mediante una bicicletta carica di esplosivo. Nell’attacco sono morte tre persone e ne sono rimaste ferite cinque.
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