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    Così la Corea del Nord compie esecuzioni pubbliche per chi ruba e si prostituisce

    Un rapporto di un gruppo governativo con base in Corea del Sud accusa il regime nordcoreano di crimini contro l'umanità

    Di TPI
    Pubblicato il 19 Lug. 2017 alle 10:07 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:15

    Un nuovo rapporto del Transitional Justice Working Group (TJWG) – un gruppo non governativo con base in Corea del Sud – rivela che la Corea del Nord conduce esecuzioni pubbliche sulla riva dei fiumi, nelle scuole e nei mercati per accuse di piccolo conto, come furto, distribuzione di stampa sudcoreana e prostituzione.

    Il rapporto, diffuso il 19 luglio, è basato sulle interviste con 375 dissidenti nordcoreani raccolte in due anni. Nel documento, citato dall’agenzia di stampa Reuters, si sottolinea che le esecuzioni sono disposte senza un processo e sono spesso influenzate dall’ambiente familiare di provenienza delle vittime o dalle campagne governative volte a scoraggiare un determinato tipo di comportamento.

    Il rapporto di TJWG non ha potuto essere verificato in modo indipendente. L’ente sudcoreano è formato da attivisti dei diritti umani e ricercatori ed è finanziato dall’ente no profit statunitense National Endowment for Democracy.

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    Negli ultimi anni sono emerse sempre più ombre su l’operato di Pyongyang in materia di diritti umani. Dopo le denunce dell’ong Amnesty International, nel 2014 le Nazioni Unite hanno accusato la Corea del Nord di aver istituito dei campi di prigionia simili a quelli nazisti in cui negli ultimi 50 anni sono morti centinaia di migliaia di prigionieri politici. Nei campi vengono messe in atto tortura sistematica, esecuzioni e i prigionieri vengono fatti morire di fame.

    Secondo TJWG le esecuzioni messe in atto nei campi di prigionia servono a intimidire potenziali fuggitivi, mentre le esecuzioni pubbliche sono effettuate anche per reati minori, come il furto di rame o altre materie prime presso aziende agricole che producono mais e riso.

    In genere le esecuzioni sono portate a termine sparando ai condannati. Alcuni testimoni hanno raccontato anche di prigionieri picchiati a morte, dicendo che “per alcuni reati si ritiene che non valga la pena sprecare proiettili”.

    Sarah Son, direttrice del Transitional Justice Working Group, indica una mappa che mostra importanti strutture nella città di Hyesan, in Corea del Nord, e contenuta nel report dell’organizzazione. Credit: Kim Hong-Ji

    Anche funzionari governativi sono stati giustiziati con l’accusa di corruzione e spionaggio, e burocrati provenienti da altre regioni sarebbero stati a guardare “come tattica di deterrenza”, dice il rapporto.

    La Corea del Nord nega di aver commesso crimini contro l’umanità e accusa gli Stati Uniti di essere tra i peggiori paesi al mondo in materia di diritti umani.

    A giugno 2017 il Consiglio di Sicurezza Onu ha incrementato le sanzioni contro Pyongyang.

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