Le milizie indipendentiste etiopi del Tigray hanno lanciato razzi sull’aeroporto di Asmara, la capitale dell’Eritrea. Lo ha confermato il leader dei secessionisti, Debretsion Gebremichael, sottolineando che anche le forze armate dell’Etiopia stanno utilizzando lo scalo, che quindi è un “obiettivo legittimo”.
Il raid è avvenuto ieri, sabato 14 novembre. Secondo fonti citate dai media locali, i razzi avrebbero colpito anche un quartiere residenziale di Asmara. Alcuni testimoni hanno riferito di che un missile sarebbe caduto nei pressi del ministero dell’Informazione eritreo. Al momento non si ha notizia di morti o feriti. Il Fronte per la Liberazione del Tigray (o Tigré) ha minacciato di colpire anche il porto di Massaua, sostenendo che l’Eritrea stia fornendo sostegno militare all’offensiva etiope contro i ribelli, cosa che Addis Abeba nega.
Nella regione del Tigray – nel nord dell’Etiopia al cofine con l’Eritrea – è in corso da una decina di giorni un conflitto tra le milizie indipendentiste e quelle governative (Leggi anche: Perché il conflitto in Tigray può trasformare l’Etiopia in una polveriera). L’Onu ha lanciato l’allarme su “possibili crimini di guerra” e ha invocato l’apertura di una indagine indipendente per individuare le responsabilità nell’uccisione di numerosi civili. L’Ong Amnesty International ha denunciare un presunto massacro di civili nella città di Mai Kadra, nel sud-ovest del Tigray.
Intanto, due giorni fa il premier etiope Abiy Ahmed – Premio Nobel per la Pace nel 2019 -, ha nominato Mulu Nega nuovo governatore ad interim del Tigray. I leader separatisti sono accusati dal Governo federale di tradimento e terrorismo: Debretsion Gebremichael – eletto a settembre a capo della regione – e ad altri esponenti del Fronte separatista si sono visti cancellata l’immunità parlamentare.
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