Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha proposto a Russia, Cina e Iran di pagare gli scambi commerciali bilaterali con le valute nazionali.
La lira turca, dal giorno del fallito tentativo di colpo di stato del 15 luglio 2016, è in un continuo processo di svalutazione rispetto al dollaro. A novembre ha perso oltre l’11 per cento, toccando i minimi storici.
“Realizziamo i nostri scambi commerciali in valuta locale: tutto quello che acquistiamo da voi lo paghiamo in rubli, tutto quello che comprate da noi lo pagate in lire turche”, ha detto Erdogan ai russi.
“La nostra lira turca è benedetta. I veri patrioti usano la lira”.
Erdogan ha così chiesto in televisione ai cittadini di convertire nella lira turca gli euro, i dollari e altre valute straniere di cui dispongono, e di utilizzare la moneta del paese per le transazioni commerciali quotidiane.
Il governo ha proposto queste iniziative su indicazione della Banca centrale della Repubblica di Turchia (Tcmb), che spera di arginare i danni della svalutazione.
Nei mesi scorsi la Tcmb ha alzato i tassi di interesse per difendere la valuta, ma il presidente ha fatto pressioni perché siano nuovamente ridotti, con l’intenzione di rilanciare l’economia in crisi.
Ankara ha rivisto al ribasso i dati sulla crescita nel 2016 dal 4,5 per cento al 3,2 per cento.