Ieri Putin ed Erdogan si sono incontrati ad Astana, ma di pace non si è parlato. Le aspettative che si erano create intorno al colloquio prevedevano una proposta del presidente turco per raggiungere il cessate il fuoco. Invece è stato Putin a mettere un progetto sul tavolo che, nonostante non riguardasse l’Ucraina, sicuramente non ha deluso il leader di Ankara: far diventare la Turchia un hub del gas russo.
In questo modo verrebbe deviato il gas precedentemente incanalato dentro i gasdotti Nordstream nel Mar Baltico verso il Mar Nero e la Turchia. Putin avrebbe così un nuovo accesso all’Europa tramite un Paese amico anche grazie alla “costruzione di un nuovo sistema di gasdotti”. Una grande disponibilità di gas sul proprio suolo permetterebbe alla Turchia anche di beneficiare di prezzi regolati in loco, relativamente al riparo della speculazione.
La Russia ha fatto sapere più volte di continuare ad essere aperta ad un negoziato, in quanto potenza più debole degli Stati Uniti e a fronte di oltre trenta Stati ormai impegnati nel conflitto, ma non è disposta ad intavolare negoziati che ne umilino le mire imperialiste. Mentre si concludeva il faccia a faccia, la tv Kazaka ha spiegato il punto di vista della Russia, che pesa sul regime del paese asiatico: “Ci vogliono due parti per avere un dialogo”- riporta il Corriere della Sera – “Poiché l’Occidente sta assumendo una posizione molto, molto ostile nei nostri confronti, è improbabile che ci siano prospettive del genere nel prossimo futuro”.