Elezioni Usa, cosa succede adesso: perché il risultato si saprà tra giorni
Dopo un’intera notte di spoglio elettorale, non ci sono ancora i risultati definitivi delle elezioni Usa 2020: il candidato repubblicano e presidente uscente Donald Trump e l’avversario democratico Joe Biden sono infatti protagonisti di un testa a testa negli Stati-chiave (Pennsylvania, Michigan, Wisconsin e North Carolina, che in totale assegnano 61 grandi elettori). Il responso delle urne di questi ultimi darà la vittoria a uno dei due, ma non ci sono da aspettarsi sviluppi per oggi. Il risultato definitivo, infatti, si saprà solo tra qualche giorno, forse venerdì 6 novembre. Il motivo? A causa della pandemia da Coronavirus, sono stati moltissimi in più i cittadini americani che hanno avuto l’opportunità di votare per posta: lo spoglio di questi voti – circa 65 milioni – durerà ancora moltissime ore, forse giorni. Sul fronte del voto per il rinnovo del Congresso, i democratici mantengono la maggioranza alla Camera, mentre per il controllo del Senato è testa a testa.
Per quanto riguarda i vari Stati, al momento non ci sono state grandi sorprese: a Biden sono andati Colorado, Connecticut, Delaware, Illinois, Maryland, Massachusetts, New Jersey, New Mexico New York, Rhode Island, Vermont, Virginia e Washington Dc. Le proiezioni gli assegnano anche l’Arizona. Trump ha subito avuto la meglio in Alabama, Arkansas, Kentucky, Louisiana, Mississippi, Nebraska, North Dakota, Oklahoma, South Dakota, Tennessee, West Virginia, Wyoming, Indiana, South Carolina e nel Texas (importantissimo perché porta ben 38 voti elettorali).
Cosa succede dunque adesso alle elezioni Usa 2020? Perché uno dei due candidati raggiunga la maggioranza (270 grandi elettori) sarà necessario attendere il voto per posta. Biden, dunque, punta proprio sui voti da remoto per diventare il nuovo capo della Casa Bianca. I sondaggi, al momento, danno ovunque avanti l’attuale presidente americano, ma il voto per posta tradizionalmente sorride di più ai democratici, che sperano di ribaltare la situazione. Trump, invece, ha continuato anche oggi a denunciare i possibili brogli elettorali nel voto per posta, annunciando un ricorso alla Corte Suprema: “Lo avevo detto io – ha dichiarato il tycoon – dal giorno stesso in cui sono state mandate decine di milioni di schede per posta. È un imbroglio, una frode per gli americani”.
Ciò che preoccupa molti analisti, dopo aver sentito le parole di Trump, è che il tycoon potrebbe non accettare il risultato qualora il margine fra i due candidati fosse molto piccolo e lo vedesse sconfitto, dando vita una lotta giudiziaria senza molti precedenti, partendo dalle corti federali nei vari Stati fino all’estrema possibilità che la questione del conteggio dei voti finisca alla Corte Suprema. Da presidente, Trump potrebbe persino chiedere all’FBI di sequestrare le schede elettorali e far aprire un’investigazione, bloccando tutto il processo. Scenario ancora più estremo è l’ipotesi che i vari Stati, soprattutto quelli in mano ai repubblicani, non riconoscano il risultato del voto e comunichino al Congresso, in gennaio, un risultato parallelo che, secondo loro, rispecchi il vero voto di tale Stato. Un’eventuale battaglia legale, tuttavia, dovrebbe terminare obbligatoriamente per la metà di dicembre quando si riuniranno i vari grandi elettori per eleggere ufficialmente il nuovo presidente degli Stati Uniti d’America.
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