Joe Biden è il candidato democratico alle elezioni presidenziali Usa 2020 che si svolgeranno martedì 3 novembre. Ex vice di Barack Obama, i sondaggi lo danno in vantaggio sull’attuale inquilino della Casa Bianca, Donald Trump. In attesa di conoscere il nome del vincitore con l’Election Day, ecco i principali punti del suo programma elettorale: dall’emergenza Coronavirus al problema immigrazione, dalla politica estera all’economia, cosa cambierà nel caso in cui Biden dovesse confermare le previsioni della vigilia e diventare il 46esimo presidente degli Stati Uniti, secondo il programma elettorale pubblicato sulla piattaforma programmatica del Partito Democratico.
Emergenza Covid-19
Tra i problemi più urgenti che il nuovo presidente si troverà ad affrontare c’è la pandemia di Coronavirus. Gli Stati Uniti sono al momento il primo paese al mondo per numero di contagi, con quasi nove milioni di casi, che continuano ad aumentare giorno dopo giorno. A differenza del suo sfidante repubblicano, Trump, Biden pensa che dovrebbe essere imposto a livello nazionale l’obbligo di mascherina. Distanze simili sui test diagnostici, che l’attuale inquilino della Casa Bianca delega ai singoli stati, lamentandosi in qualche occasione che i cattivi numeri dei contagi negli Usa siano causati da un eccesso di test, mentre Biden vorrebbe gestire la diagnostica a livello centrale e aumentarne l’intensità. Biden, inoltre, ha già dichiarato ufficialmente che ribalterà la decisione di Trump di far uscire gli Usa dall’Organizzazione mondiale della Sanità il primo giorno di (eventuale) insediamento.
Sanità
Restando in ambito sanitario, Biden è ovviamente favorevole cosiddetto Obamacare, la riforma sanitaria fortemente voluta e ottenuta dall’ex presidente Barack Obama, firmata il 25 marzo 2010, quando lo stesso Biden era vicepresidente, e che ha consentito a milioni di statunitensi, che allora non avevano alcuna forma di assistenza medica, di stipulare un’assicurazione privata con un sistema di aiuti pubblici. Il candidato democratico vorrebbe addirittura allargarlo, dando la possibilità a ogni cittadino di scegliere un’opzione di assistenza pubblica oltre che privata. Si è anche espresso favorevolmente riguardo la possibilità di importare farmaci dal Canada, se venduti a prezzi inferiori rispetto agli Stati Uniti.
Economia
Biden, cosi come Trump, si è detto favorevole ad alzare la paga minima a 15 dollari l’ora, promettendo anche penali da pagare per le aziende che delocalizzano la produzione o i servizi per poi venderli sul mercato domestico. Entrambi i candidati hanno poi promesso che firmeranno una legge per impedire durante la pandemia gli sfratti degli affittuari insolventi. Sui trattati internazionali entrambi sono sostanzialmente favorevoli al trattato tra Usa, Messico e Canada sul commercio all’interno del Nord America.
Inoltre, Biden ha avvisato gli elettori di voler radicalmente cambiare la riforma di Trump sulla tassazione, con consistenti tagli fiscali alle classi più agiate e all’industria, facendo in modo che siano proprio le aziende a contribuire maggiormente alle spese da sostenere per limitare l’impatto della crisi climatica oltre all’educazione e alla sanità pubblica. Il candidato democratico ha inoltre promesso che non aumenterà il carico fiscale per chi guadagna meno di 400mila dollari l’anno.
Giustizia
Biden, come Trump, ha promesso di non diminuire i fondi per la polizia, richiesta fatta da una parte di manifestanti del movimento per la giustizia sociale Black Lives Matter. Biden vorrebbe inoltre mettere fine alla privatizzazione delle carceri e alla libertà su cauzione, perché causa di disparità di trattamento in base al ceto sociale.
Ambiente
Joe Biden ha proposto un piano da 2 miliardi di dollari per ridurre le emissioni di CO2 come punto forte del proprio Green New Deal sull’ambiente. Il suo obiettivo è quello di rendere l’America anche una superpotenza energetica, sfruttando il sistema degli appalti pubblici per arrivare ad alimentare la nazione interamente grazie ad energia rinnovabile, oltre a promuovere l’utilizzo di veicoli elettrici e il potenziamento delle linee ferroviarie ad alta velocità per ridurre la dipendenza dal petrolio. Tuttavia, si è detto anche favorevole al mantenimento del fracking in Pennsylvania. Si è comunque impegnato affinché gli Usa arrivino a produrre zero emissioni entro il 2050.
Politica estera
In politica estera le differenze maggiori tra i programmi si riscontrano su alcuni precisi scenari, mentre su molte questioni le politiche dei candidati non divergono. A differenza di Trump, Biden vorrebbe riallacciare i rapporti con Cuba come durante l’amministrazione Obama. Sul conflitto yemenita e Biden è per terminare l’intervento.
Chiunque sarà eletto, non cambieranno invece le politiche sull’Afganistan, da cui rientreranno tutte le truppe, né sul conflitto mediorientale dato che entrambi sono favorevoli agli accordi tra Israele e gli Emirati Arabi dello scorso agosto. Infine, propone una rinnovata fiducia alla Nato, di eliminare il Muslim Ban, il divieto di ingresso negli Usa per i cittadini in arrivo dai paesi musulmani, come la Siria. Sul rapporto con l’Iran, promette, nel caso in cui Teheran dovesse rispettare il patto sul nucleare, di rientrare nell’accordo di Parigi del 2015.
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Qui i reportage sul campo di TPI dell’inviato negli Usa Pietro Guastamacchia:
1. Viaggio nel Bronx: “Io, repubblicano italo-irlandese, voglio sconfiggere Ocasio-Cortez e il suo socialismo”
2. “La polizia ci spara addosso, l’America capitalista ci sfrutta. Ora noi neri spacchiamo tutto”: reportage da Philadelphia
3. Viaggio in Pennsylvania: “Qui ci si gioca tutto. Se Biden vince, sarà presidente”