Elezioni Regno Unito, sondaggi: Johnson in vantaggio, niente maggioranza
Mancano sempre meno giorni alle elezioni anticipate nel Regno Unito di giovedì 12 dicembre: così, mentre i vari candidati giocano gli ultimi assi nella manica di una campagna elettorale senza esclusione di colpi, cresce a dismisura l’interesse per gli ultimi sondaggi.
Fin dall’inizio, infatti, il voto nel Regno Unito è sembrato una gara a due tra il candidato conservatore e attuale premier, Boris Johnson, e il leader del Partito laburista Jeremy Corbyn. E le ultime rilevazioni confermano il trend, visto che agli altri partiti (i liberaldemocratici di Jo Swinson, il Brexit Party di Nigel Farage, i Verdi e il partito nazionale scozzese) rimarrebbero soltanto le briciole.
Tuttavia, gli ultimi sondaggi hanno evidenziato anche un altro scenario: se si votasse in questo momento, il premier Johnson sarebbe in vantaggio sugli altri competitor, ma non avrebbe la maggioranza dei seggi. Le preferenze nei confronti del primo ministro, considerato uno dei meno impopolari di sempre nel Regno Unito, arriverebbero al 40 per cento. Mentre Corbyn, che a sua volta non ha un altissimo tasso di approvazione, al momento si fermerebbe al 30 per cento.
Secondo lo stesso sondaggio, basterebbero 41mila voti per cambiare il destino di almeno 36 seggi in bilico. Un mossa del genere porterebbe il Parlamento a non avere la maggioranza e aprirebbe le porte a un secondo referendum. E il rischio è alto, dal momento che il 10 per cento dell’elettorato di Johnson si è detto pronto a votare il candidato di un partito avversario in modo da ostacolare il progetto di Brexit.
Staccati, come già anticipato, gli altri partiti: i LibDem otterrebbero il 10 per cento dei voti, il partito nazionale scozzese, il Brexit Party di Farage (che ha deciso di non fare concorrenza a Johnson nei collegi chiave dei conservatori) e i Verdi il 4 per cento.
Di conseguenza, secondo gli ultimi sondaggi, dopo le elezioni in Regno Unito del 12 dicembre 2019 i conservatori – per formare un governo con una maggioranza – sarebbero costretti a un nuovo accordo, come quello che nel 2017 portò all’alleanza con il Partito unionista democratico (nordirlandese).
Negli ultimi giorni di campagna elettorale, tutti i partiti si troveranno dunque a dover riflettere sugli ultimi sondaggi. Alla vigilia di quelle che si preannunciano forse le elezioni più delicate nella storia del Regno Unito, visto che da queste dipenderà anche il futuro della Brexit.