I cittadini serbi sono chiamati alle urne domenica 2 aprile 2017 per le elezioni presidenziali. Si tratta dell’undicesima tornata elettorale da quando il paese è diventato una repubblica indipendente nel 1990. Il mandato presidenziale dura 5 anni e il sistema elettorale prevede un ballottaggio. Il secondo turno è fissato per il 16 aprile 2017. I votanti registrati sono circa 6,7 milioni.
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In tutto i candidati che si sono presentati sono undici e quattro di loro sono candidati definiti indipendenti: Saša Janković, Vuk Jeremić, Luka Maksimović e Milan Stamatović. A questi si aggiungono Miroslav Parović, del National Freedom Movement, Saša Radulović, ex ministro dell’economia, Aleksandar Vučić, attuale primo ministro serbo, Boško Obradović, leader del partito Dveri, Vojislav Šešelj del Serbian Radical Party, Aleksandar Popović, ex ministro dell’Ambiente e Nenad Čanak, presidente della League of Social Democrats of Vojvodina.
L’attuale presidente Tomislav Nikolić avrebbe potuto ricandidarsi per un secondo mandato, ma ha poi deciso di non partecipare a questa tornata elettorale per la quale comunque la sua forza politica, il partito progressista, non l’aveva nominato. Secondo i sondaggi, l’attuale primo ministro serbo Aleksandar Vučić sarebbe il favorito con un consenso che oscillerebbe tra il 52 e il 57 per cento.
La sua possibile vittoria ha riportato all’attenzione dell’elettorato la sua azione come ministro dell’Informazione durante l’era Milosevic. Negli anni Novanta l’attuale candidato alla presidenza sostenne la soppressione della libertà di stampa. Vučić è uno dei leader del partito ultranazionalista serbo e probabilmente la sua azione politica è ancora impregnata della retorica del 1990. Se dovesse diventare presidente, Vučić potrà decidere il primo ministro, controllare la magistratura e il sistema elettorale.
Il principale rivale di Vučić alle elezioni del 2 aprile è Vuk Jeremić, ministro degli Esteri nel precedente governo ed ex presidente dell’assemblea generale dell’Onu. È considerato un progressista che promuove la democrazia. Se però i sondaggi venissero confermati, Vučić potrebbe riuscire a vincere al primo turno.
Altro candidato degno di nota è Luka Maksimović Beli, lo studente serbo che ha deciso i raccogliere il voto di protesta dell’elettorato serbo portando una novità nella competizione elettorale. Presentatosi quasi per scherzo alle candidature, secondo i sondaggi, potrebbe ottenere fino all’11 per cento delle preferenze.
L’alto numero di candidati alle elezioni presidenziali, comunque è un segnale di una frammentazione e di un cambiamento radicale nel panorama politico del paese. L’Unione europea osserva molto da vicino gli eventi in Serbia anche a causa degli impegni presi dal paese con le istituzioni europee. La risoluzione del parlamento europeo sulla Serbia adottata dall’assemblea nel 2012, non ha ancora trovato applicazione.
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