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    Ghana al voto, cose c’è da sapere sulle presidenziali di oggi

    Credit: ansa foto

    Si tratta dell'ottava elezione per il Ghana da quando nel 1992 il Paese è tornato alla democrazia multipartitica

    Di Stefano Mentana
    Pubblicato il 7 Dic. 2020 alle 14:21

    Oltre 17 milioni di elettori del Ghana sono chiamati oggi al voto per eleggere un nuovo presidente e 275 membri del parlamento. L’attuale capo dello stato Nana Akufo Addo, del Nuovo Partito Patriottico (NPP) sta cercando la rielezione per un secondo mandato e se la vedrà con l’ex presidente John Mahama, del Congresso Democratico Nazionale (NDC) e altri dieci candidati.

    Si tratta dell’ottava elezione per il Ghana da quando nel 1992 il Paese è tornato alla democrazia multipartitica. In un continente caratterizzato da presidenze pluridecennali, leader restii a lasciare il potere e conflitti post-elettorali relativi al riconoscimento dei risultati, il Ghana è considerato uno dei Paesi più democratici.

    Il voto arriva mentre il Paese, come tutto il resto del mondo, sta affrontando la pandemia di COVID-19. Il Ghana ha registrato complessivamente 52.274 casi di Coronavirus, tra cui si contano 325 vittime, secondo i dati del 6 dicembre. Per svolgere regolarmente le operazioni di voto riducendo al minimo i rischi di contagio, è stato imposto l’obbligo di indossare mascherine per recarsi al seggio ed è stato consigliato alle persone di tornare a casa dopo aver votato. Il voto arriva anche pochi giorni dopo la morte dell’ex presidente Jerry Rawlings, un simbolo della transizione del Ghana verso la democrazia multipartitica e fondatore dell’NDC.

    Nonostante come abbiamo detto il Ghana è generalmente uno degli stati in cui la democrazia funziona meglio in Africa e in cui si verificano meno violenze legate al voto, i timori di episodi del genere non mancano. Anche in Ghana infatti è stato fatto in passato uso di vigilanti e milizie private da parte di esponenti politici per intimidire gli avversari. Tuttavia, quello di quest’anno sarà il primo voto dopo l’approvazione di una legge contro questo fenomeno, noto come vigilantismo.

    Il voto arriva anche dopo che lo scorso settembre si sono verificate alcune violenze nella regione secessionista del Togoland, nell’ovest del Paese. In tale occasione, alcuni uomini armati di un gruppo secessionista hanno attaccato una stazione di bus e dato fuoco a un veicolo nella città di Ho. Questa regione secessionista corrisponde alla parte occidentale della vecchia colonia tedesca del Togoland: questo territorio, al termine della Prima Guerra Mondiale venne spartito tra Francia e Regno Unito, e la sua parte occidentale passò ai britannici e venne aggregata al Ghana dopo la sua indipendenza.

    Fino a questo momento, la stabilità di governo del Ghana ha contribuito a fare del Paese una delle economie in maggiore crescita del continente, al punto da raggiungere una crescita di PIL dell’8,51 per cento nel 2017. Un andamento positivo che non è rimasto estraneo quest’anno dalla crisi economica su scala globale causata dalla pandemia di coronavirus, che ha portato le previsioni di crescita del 2020 a un ridimensionamento dal 6,8 per cento allo 0,9 per cento, un dato che tuttavia, se confermato, eviterà al Paese un dato in negativo per quest’anno.

    È dunque in questo contesto che il presidente Akufo-Addo, 76 anni, cerca un secondo mandato presidenziale contro lo sfidante Mahama, 62 anni. Questa sfida elettorale potrebbe essere definita in termini calcistici una “classica”, dal momento che è la terza volta consecutiva che i due si contendono le elezioni presidenziali. Akufo-Addo aveva battuto nel 2016 Mahama, all’epoca presidente uscente, che era stato eletto nel 2012 dopo aver battuto proprio Akufo-Addo. Lo stesso Akufo-Addo era stato candidato anche nel 2008, quando venne sconfitto dal candidato dell’NDC John Atta Mills.

    Se i risultati economici favorevoli e la stabilità degli ultimi anni del Ghana sono sicuramente fattori che possono giocare in favore del presidente uscente, molti analisti si interrogano sulla possibilità che la morte di Rawlings possa giocare un fattore emotivo in favore di Mahama. Rawlings, morto a 73 anni, era infatti stato tra i fondatori dell’NDC, oltre che un presidente particolarmente amato dai ghanesi.

    Altro tema che potrebbe influenzare gli elettori ghanesi sono le dimissioni di Martin Amidu dalla guida della procura anti-corruzione. Il procuratore era stato nominato da Akufo-Addo nel 2018 e tale scelta era stata accolta con grande aspettativa dai cittadini, dopo anni in cui la lotta alla corruzione è stato un tema fondamentale delle campagne elettorali. I risultati, tuttavia, non erano stati determinanti come ci si sarebbe inizialmente aspettati. Nel lasciare il proprio incarico a meno di un mese dal voto, Amidu ha accusato il presidente Akufo-Addo di aver interferito sul suo lavoro, non garantendo al suo ufficio l’indipendenza di cui aveva bisogno. Tali accuse sono state smentite dal presidente.

    Il timore nel voto ghanese, come avviene in sempre più elezioni nel mondo e in modo particolare in Africa, è che le fake news possano prendere piede, sia durante la campagna elettorale che il giorno stesso del voto. Va per questo citata l’iniziativa del Catholic Standard, il principale sito cattolico del Paese, che ha invitato a mettere in piedi un’iniziativa per aiutare gli elettori a distinguere tra le notizie autentiche e le fake news. In questo senso è arrivata la pronta risposta della National Media Commission e dell’azienda Soft Masters, che hanno lanciato un app per smartphone chiamata Ghana Elections Monitoring App, che va incontro alle esigenze degli elettori per riuscire a districarsi tra le varie notizie, riconoscendo con maggiore facilità le fake news.

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