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    Elezioni presidenziali in Camerun, il candidato dell’opposizione Maurice Kamto: “Ho vinto”. Ma il governo nega

    I risultati ufficiali saranno presentati entro il 22 ottobre dal Consiglio Costituzionale. A presentarsi alle urne sono stati oltre 6 milioni di cittadini

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 12 Ott. 2018 alle 13:13 Aggiornato il 9 Set. 2019 alle 19:22

    Maurice Kamto, il principale candidato dell’opposizione, ha rivendicato la vittoria del voto di domenica 7 settembre, quando i cittadini del Camerun sono stati chiamati alle urne per scegliere chi avrebbe guidato il paese nei prossimi sette anni.

    Se la conta delle schede, che durerà due settimane, dovesse confermare quanto affermato, si tratterebbe di un netto cambiamento per il paese, che il presidente uscente Paul Biya regge da sette mandati.

    Il neo-eletto ha rivendicato la vittoria nel corso di una conferenza stampa organizzata nel quartier generale della sua campagna elettorale: “Ho ricevuto l’incarico di tirare il calcio di rigore, l’ho tirato e ho segnato. Ho ricevuto dal popolo un mandato chiaro che intendo difendere fino alla fine”.

    Secondo quanto segnalato dall’emittente locale Equinoxe TV, le forze dell’ordine hanno cercato di impedire l’incontro con i giornalisti.

    Ha inoltre annunciato che le prime regioni che visiterà saranno quelle anglofone, che a più riprese hanno chiesto di staccarsi dal paese.

    Ex ministro della Giustizia, nel 2012 Kamto ha fondato un proprio partito politico, il Movimento per la rinascita del Camerun (MRC)

    Nel suo programma elettorale, ha puntato sulla ripresa economica del paese, che sta conoscendo una delle crisi più dure degli ultimi dieci anni. Ma anche sul mantenimento sotto un unico stato sia delle zone anglofone sia delle francofone, diverse tra loro per sviluppo economico e grado di autonomia rispetto al potere centrale.

    Il governo ha smentito quanto affermato da Kamto invitando la popolazione ad attendere i risultati ufficiali e a non ascoltare proclamazioni non supportate dai dati.

    È stato il ministro dell’Informazione camerunense, Issa Tchiroma Bakary, a mettere in guardia il leader del MRC, ribandendo che il solo organismo legale addetto a proclamare il vincitore delle elezioni è il Consiglio costituzionale, che annuncerà i risultati entro il 22 ottobre.

    Bakary, riferendosi alla professione di avvocato di Kamto, si è chiesto come “una persona che comprende le regole del gioco possa fare una mossa tanto irresponsabile”.

    “Il Consiglio costituzionale è l’unica autorità a dare risultati nelle elezioni presidenziali. Chiunque voglia destabilizzare il Camerun se la vedrà con tutta la forza della legge”, ha detto il ministro.

    “Qualsiasi annuncio deve essere preceduto dall’osservanza della legge. Non si può affermare di aver vinto senza presentare argomentazioni concrete. Chiunque voglia destabilizzare il Camerun non affronterà la gendarmeria o la polizia, ma i cittadini”.

    A presentarsi alle urne sono stati quasi 6,6 milioni di camerunesi. La campagna elettorale è cominciata sabato 22 settembre e si è conclusa 24 prima delle consultazioni, che non prevedono alcun ballottaggio.

    Nel distretto sudoccidentale di Lysoka, per ragioni di sicurezza i militari hanno impedito l’arrivo di un covoglio sotto scorta che avrebbe dovuto distribuire le schede e le urne nei seggi. Le elezioni hanno visto la presenza di 4.094 osservatori, di cui 3.662 locali e 432 internazionali.

    Inoltre, centinaia di migliaia di sfollati e rifugiati non hanno potuto partecipare alle votazioni.

    “Chiunque vinca le elezioni non potrà ignorare la pericolosa situazione in cui si trovano le persone che vivono nelle regioni dell’estremo nord e in quelle anglofone, e deve dare la priorità alla loro protezione”, ha detto Samira Daoud, vicedirettrice di Amnesty International per l’Africa occidentale e centrale.

    “Per troppo tempo, numerose violazioni dei diritti umani, tra cui detenzioni arbitrarie, torture, sparizioni forzate e uccisioni extragiudiziali sono state commesse impunemente in tre regioni del Camerun”.

    Solo nella regione camerunense dell’Estremo Nord, il 10 per cento della popolazione è stata costretta ad abbandonare le proprie case a causa dell’insurrezione di Boko Haram.

    Nel 2017 ci sono stati 111 episodi legati al gruppo terroristico, 41 dei quali attentati suicidi con esplosivi, con 201 civili uccisi.

    Chi è Paul Biya

    I nove candidati alle elezioni presidenziali sono tutti uomini.

    Dopo essere stato eletto cinque volte consecutive come candidato dell’unico partito in precedenza esistente nel paese, Ahmadou Ahidjo si è dimesso il 6 novembre 1982 e ha consegnato il potere a Paul Biya, che ha in seguito assunto anche la presidenza del partito l’anno seguente.

    Il Cameroon People’s Democratic Movement aveva promosso nel 1996 l’introduzione di una nuova costituzione che imponeva un limite di due mandati di 7 anni al singolo presidente, ma la legge fu in seguito cambiata.

    Nel 2008, il parlamento del Camerun ha infatti rimosso il limite per consentire al presidente Paul Biya di estendere il suo mandato oltre i 14 anni.

    Grazie a questo emendamento, Biya, 85 anni, era al potere dal 1982, attestandosi come uno dei leader africani più longevi.

    Il sistema politico

    Il Camerun è stato per molti anno uno sistema monopartitico, in cui l’Unione nazionale del Camerun era l’unico partito considerato legale.

    Negli anni Novanta, il presidente Biya ha accettato che il paese passasse ad un sistema multipartitico, cedendo alle pressione della società camerunese.

    Le prime elezioni legislative e presidenziali multipartitiche del Camerun si sono tenute nel 1992, seguite da quelle municipali del 1996 e dalle elezioni legislative e presidenziali nel 1997.

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