Mohamed Abdullahi Mohamed, meglio conosciuto come Farmajo, è il nuovo Presidente della Somalia. È stato eletto al ballottaggio con 184 voti, superando l’attuale capo di Stato Sheikh Mohamud. Sulle elezioni presidenziali sono state avanzate ombre per presunte intimidazioni e corruzione.
Nelle strade più trafficate della capitale, Mogadiscio, è stato imposto un blocco della circolazione in vista del voto. I deputati somali si recheranno all’aeroporto per eleggere un nuovo capo di stato.
Il luogo è ritenuto infatti il più sicuro del paese ed è stato individuato a causa delle crescenti preoccupazioni sulla sicurezza. Inizialmente infatti, il voto si sarebbe dovuto svolgere in una stazione di polizia. Le misure di sicurezza comprendono anche un blocco del traffico aereo.
I candidati nella corsa alla presidenza sono 24.
Il presidente in carica dal 2012, Hassan Sheikh Mohamud, si è candidato per un secondo mandato e secondo gli analisti era uno dei favoriti per i round successivi.
Nella sera di martedì 7 febbraio i miliziani del gruppo terroristico di Al-Shabab hanno lanciato una serie di attacchi, con alcuni colpi di mortaio nei pressi dell’aeroporto. I residenti del villaggio di Arbacow, vicino Mogadiscio hanno detto che i jihadisti hanno attaccato la base militare dell’Unione africana che si trova nella zona.
I piani per contrastare l’insicurezza causata dal gruppo terroristico, insieme alla lotta alla corruzione, sono stati tra i temi al centro del dibattito televisivo di lunedì 6 febbraio.
La Somalia non ha un governo centrale pienamente effettivo dalla caduta del regime di Siad Barre nel 1991. Il governo di Mogadiscio è sostenuto dalle forze dell’Unione africana Amisom (African Union Mission in Somalia) e composte da oltre 22mila soldati e poliziotti, insieme a personale civile.
Nel 2012 il governo somalo e la comunità internazionale avevano promesso di usare l’elezione diretta nelle votazioni successive, ma l’impegno è stato accantonato a causa delle preoccupazioni sulla sicurezza. Per tale motivo le elezioni saranno i deputati e non i singoli cittadini a votare per il capo di stato.
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