L’agenzia di stampa ufficiale egiziana Mena ha annunciato nella notte tra il 14 e il 15 febbraio che il premier libico Fayez al-Serraj e il generale Khalifa Haftar, leader di amministrazioni rivali, hanno “concordato di tenere elezioni parlamentari e presidenziali a febbraio 2018, in linea con l’accordo politico” firmato a Skhirat, in Marocco, nel dicembre 2015.
I due uomini si trovavano al Cairo per colloqui indiretti mediati dal governo egiziano alla ricerca della riconciliazione tra Tripoli e Tobruk e di una soluzione alla lunga crisi nel paese nordafricano.
Nella capitale egiziana le parti libiche hanno stabilito di “formare un comitato congiunto del parlamento libico e dell’alto consiglio di Stato per esaminare le questioni che hanno concordato di emendare nell’accordo politico” firmato in Marocco nel 2015 e poi “raggiungere un consenso su una bozza da inoltrare al parlamento per essere approvata”, scrive ancora Mena.
“Il parlamento libico farà i necessari emendamenti per includere l’accordo politico di Skhirat nella dichiarazione costituzionale. L’accordo afferma inoltre che tutti i detentori dei principali incarichi in Libia continueranno il loro lavoro”, incluso il premier Serraj.
Il quotidiano locale Libya Herald, tuttavia cita fonti vicine a Haftar secondo cui il generale non avrebbe affatto accolto la proposta. Haftar avrebbe rifiutato di incontrare la controparte e Serraj avrebbe pertanto lasciato il Cairo per fare ritorno a Tripoli.
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