Il partito conservatore, nazionalista ed euroscettico Legge e giustizia guidato da Jaroslaw Kaczynski ha vinto le elezioni politiche in Polonia svoltesi domenica 25 ottobre, ottenendo circa il 38 per cento dei voti.
Non appena gli exit poll hanno mostrato l’ampio margine di vittoria di Legge e giustizia, il suo leader Kaczynski ha annunciato la vittoria. Anche la presidente del Consiglio uscente, Ewa Kopacz, esponente dei liberali di Piattaforma civica, ha riconosciuto la vittoria di Kaczynski.
Il partito del premier, che esprime anche il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, si è fermato al 23,4 per cento dei consensi, oltre dieci punti percentuali in meno di Legge e giustizia.
Il partito di Kaczynski, molto forte nelle aree rurali, ha ottenuto, da solo, la maggioranza assoluta dei seggi in parlamento: si tratta della prima volta, da quando nel 1989 la Polonia ha abbandonato il regime comunista e ha iniziato a essere una democrazia, che un partito ottiene, da solo, la maggioranza assoluta dei voti.
Per la prima volta dal 1989, inoltre, nessuna forza politica post-comunista è riuscita a ottenere i voti sufficienti per entrare in parlamento.
Beata Szydlo, candidata premier di Legge e giustizia, ha ringraziato i cittadini, dicendo che il partito ha seguito e continuerà a seguire le orme dell’ex presidente Lech Kaczynski, fratello del leader del suo partito Jaroslaw e morto nell’aprile del 2010 in un incidente aereo.
Beata Szydlo sarà la seconda presidente del Consiglio donna consecutiva dopo Ewa Kopacz, alla quale succederà a breve.
La vittoria di Legge e giustizia potrebbe rendere più complessi i negoziati europei riguardo la redistribuzione dei migranti provenienti dai Balcani e dal Mediterraneo: la Polonia, infatti, è uno dei Paesi che tradizionalmente si oppongono alla possibilità di ospitare rifugiati, e la vittoria di un partito nazionalista ed euroscettico potrebbe inasprire ulteriormente la posizione polacca.