Il 27 ottobre 2018 si tengono nella sola provincia di Kandahar, in Afghanistan, le elezioni parlamentari.
I cittadini sono chiamati a eleggere i 249 membri del Parlamento, in vista delle elezioni presidenziali previste invece per il 2019.
Nel resto del paese, le elezioni si sono già svolte il 20 ottobre 2018, ma alla vigilia delle votazioni il governo è stato costretto a rimandare l’apertura delle urne di una settimana nella regione dopo la morte capo della polizia provinciale di Kandahar, il generale Abdul Raziq, rimasto ucciso in attentato rivendicato dai talebani.
La morte dell’uomo forte della regione ha causato un importante vuoto di potere, che ha portato i cittadini a chiedere il rinvio delle elezioni e maggiore sicurezza.
La Commissione elettorale, prima del 20 ottobre, aveva rassicurato che il governo avrebbe preso tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza degli elettori, soprattutto nelle zone in cui è ancora forte la presenza dei talebani.
“Le forze di sicurezza afgane ci hanno assicurato che attueranno misure di sicurezza nelle zone non controllate del governo, così da garantire tutto il processo elettivo”.
Per la prima volta dalla fine della missione militare della NATO nel 2014, il governo afghano è responsabile della sicurezza durante le elezioni.
La giornata elettorale di sabato 20 ottobre ha avuto un bilancio tragico: almeno 67 morti e 126 feriti e in tutto si sono registrati 193 attacchi contro i seggi elettorali e le forze di sicurezza, secondo quanto riferito in una conferenza stampa a Kabul dal viceministro dell’interno, Akhtar Muhammad Ibrahimi.
Le elezioni parlamentari in Afghanistan sono state posticipate da tre anni a causa della forte instabilità che regna nel paese. Inizialmente, l’appuntamento alle urne era stato fissato per luglio del 2017, ma si era deciso di rimandare le elezioni a causa di alcune dispute politiche sulla registrazione degli elettori.
I cittadini infatti possono votate in qualsiasi area del paese, il che comporta un alto rischio di frodi elettorali: la stessa persona potrebbe votare più volte in sedi elettorali diverse.
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