Sei milioni di austriaci si sono recati alle urne, ieri 15 ottobre 2017, per rinnovare il parlamento, in una tornata elettorale importante per gli equilibri politici europei. Alla chiusura delle urne, l’ÖVP, il partito conservatore guidato dal 31enne viennese Sebastian Kurz, ha ottenuto il 31,4 per cento dei consensi, l’FPÖ, il partito di estrema destra, il 27,4 per cento e i socialdemocratici dell’Spö, nel peggior risultato della loro storia recente il 26,7 per cento.
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Tradotto in seggi significa che i conservatori di Kurz otterrebbero 61 seggi, l’FPÖ 53, seguiti dai socialdemocratici con 52 seggi. Particolarmente ridimensionati rispetto alla scorsa legislatura risultano i verdi, che hanno raccolto soltanto il 3,3 per cento dei consensi, e i liberali, con il 5 per cento dei voti raccolti.
I cittadini austriaci sono stati chiamati a rinnovare sia il Nationalrat, la Camera dei rappresentanti, che il Bundesrat, la seconda camera del parlamento austriaco, che rappresenta i nove Stati federati dell’Austria (Länder).
Il favorito nei sondaggi era proprio il trentunenne Sebastian Kurz, leader del partito conservatore di destra ÖVP. In corsa per il secondo posto, sempre secondo i sondaggi, c’era proprio il partito della libertà di estrema destra, FPÖ, guidato da Heinz-Christian Strache, che non ha tradito le attese.
Mentre il partito socialdemocratico, Spö, guidato dal cancelliere uscente, Christian Kern, alla testa di una coalizione di governo insieme ai conservatori è addirittura arrivato terzo, dietro al partito guidato da Strache.
“Il nostro è un risultato storico, in 50 anni è la seconda volta che arriviamo al primo posto, non succedeva dagli anni Settanta”, ha detto il vincitore delle elezioni Kurz, che in poco meno di cinque mesi è riuscito, da ex ministro degli Esteri, a prendere la guida del proprio partito e a farlo diventare il più votato del paese.
Visti i risultati, Sebastian Kurz dovrà incontrare il presidente austriaco Alexander Van der Bellen che gli conferirà l’incarico per formare un nuovo governo federale. Kurz sarà così il prossimo cancelliere austriaco.
L’immigrazione è stata una questione dominante nella campagna elettorale. Il partito di Kurz ha perso le elezioni presidenziali dello scorso anno, non riuscendo a esprimere alcun candidato al ballottaggio del dicembre 2016 quando Norbert Hofer, del partito di estrema destra FPÖ è stato sconfitto proprio da Alexander Van der Bellen, esponente dei Verdi, che ha vinto con circa il 53 per cento dei voti.
Secondo molti analisti, dopo più di un decennio in cui i socialdemocratici hanno guidato una coalizione con i conservatori, l’Austria sembra volersi spostare a destra. L’unica possibilità di formare un governo infatti risiede in un accordo tra due dei maggiori partiti.
Tra gli obiettivi dell’ÖVP di Kurz vi è certamente quello di fermare i flussi migratori verso l’Europa. Quello che sarà il più giovane leader di un governo europeo potrebbe ora governare in coalizione con l’FPÖ. I due partiti infatti hanno conquistato insieme quasi il 60 per cento dei consensi e trovano diverse convergenze sulla questione migratoria.
“Siamo arrivati al cuore della società”, ha detto il leader dell’estrema destra Heinz-Christian Strache. “Visto che ci hanno copiato il programma, ci sono possibilità di fare una coalizione”.
Tradizionalmente, sin dagli anni Ottanta, il governo austriaco si è sempre formato attraverso la coalizione di almeno due partiti. Un accordo “nero-blu” tra ÖVP e FPÖ però, favorirebbe un ulteriore spostamento a destra degli equilibri europei.