Alle ore 21 del 15 marzo 2017 si sono chiuse le urne nei Paesi Bassi, dove i cittadini sono stati chiamati al voto per le elezioni legislative. La percentuale dei votanti avrebbe toccato quota 82 per cento, in crescita rispetto al 74,6 del 2012, il dato più alto da 31 anni. I principali partiti che hanno preso parte a queste elezioni sono il VVD, partito liberal-conservatore del premier uscente Mark Rutte, il PVV del leader euroscettico e anti-immigrazione Geert Wilders, i cristiano-democratici del CDA, i verdi di GroenLinks, i liberal-democratici D66 e i laburisti del PvdA.
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Secondo i primi exit poll, il partito del premier Rutte vincerebbe le elezioni ottenendo 31 dei 150 seggi del parlamento olandese. Al secondo posto ci sarebbero con 19 seggi il Pvv di Wilders e i cristiano democratici del Cda.
In termini percentuali per il leader liberal-conservatore ha ottenuto il 21 per cento dei voti. Il partito anti-europeista è dato al 13 per cento. Anche se sotto le aspettative, Wilders avrebbe quindi ottenuto un buon risultato e ha ringraziato i suoi elettori su Twitter per i seggi conquistati in parlamento.
“La prima vittoria è nostra. Rutte non ha ancora visto la mia fine”, ha scritto sul social network il leader euroscettico.
Il ministro degli esteri tedesco ha affidato a Twitter il suo pensiero sui primi risultati: “La maggioranza degli elettori olandesi ha rigettato i populisti europei. Questa è una buona notizia”. Anche il presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni ha commentato i primi dati sulle elezioni olandesi e ha scritto: “No #Nexit. La destra anti UE ha perso le elezioni in Olanda. Impegno comune per cambiare e rilanciare l’Unione”.
Le interviste agli elettori all’uscita dalle urne rivelano un balzo in avanti per i verdi del GroenLinks, che passa dal 2 all’11 per cento dei voti, e il crollo dei laburisti del Pvda.
Secondo i primi calcoli, sarà necessaria una coalizione con almeno 4 partiti politici per la formazione del governo.
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