I sostenitori della Lega nazionale per la democrazia (Ndl) – il partito del premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi – festeggiano per la strada dopo la chiusura delle urne in Myanmar. I risultati ufficiali del primo voto democratico del Paese in 25 anni non arriveranno, però, prima di martedì 10 novembre.
Secondo i sondaggi, il partito favorito è proprio il Ndl. San Suu Kyi, qualche giorno prima delle votazioni di domenica 8 novembre, aveva dichiarato che, in caso di vittoria del suo partito, sarebbe stata lei a diventare il presidente del Paese.
Non è ancora chiaro se questo sarà possibile, però, visto che la costituzione glielo vieta. San Suu Kyi è infatti vedova di un cittadino britannico e madre di ragazzi che possiedono il passaporto del Regno Unito e proprio per questo non potrebbe ricoprire il ruolo di presidente del Myanmar.
“Tutte le persone a cui ho parlato dalle sei di questa mattina mi hanno detto che si sono sentite libere di esprimere in sicurezza la propria preferenza elettorale” ha dichiarato durante un’intervista all’agenzia Reuters uno degli osservatori internazionali incaricato di monitorare il corretto svolgimento delle operazioni di voto.
Gli agenti nazionali e internazionali al lavoro nella giornata dell’8 novembre sono stati più di 40mila, distribuiti in tutto il Paese. Secondo il capo degli osservatori inviati dall’Unione europea, le votazioni si sarebbero svolte in maniera “abbastanza affidabile”.