Il Partito democratico dei socialisti ha ottenuto la maggioranza dei voti alle elezioni in Montenegro, ma potrebbe non ottenere la maggioranza dei seggi in parlamento. Si tratta del partito dell’attuale premier Milo Djukanovic, filo-occidentale, il quale per governare potrebbe quindi aver bisogno di coalizzarsi con altri partiti.
Nelle intenzioni del primo ministro c’è quella di portare il paese all’interno della Nato e dell’Unione europea, prospettiva alla quale la Russia si è fortemente opposta.
Il ministro dell’Interno ha invitato i sostenitori del partito che ha vinto le elezioni a festeggiare in casa piuttosto che per strada. L’avvertimento arriva dopo l’arresto di 20 paramilitari serbi sospettati di pianificare attacchi per l’occasione.
Secondo le autorità, i paramilitari potrebbero aver progettato di rapire il primo ministro Djukanovic, in carica dal 1998, prima come presidente e successivamente come primo ministro.
Tra gli arrestati c’è anche l’ex comandante delle forze speciali serbe, Bratislav Dikic, che era stato rimosso dalla carica nel 2013 a causa di presunte attività criminali.
La principale formazione di opposizione, il partito democratico filo-russo, secondo i primi dati elettorali, ha ottenuto poco più del 20 per cento dei voti. Secondo il leader dell’opposizione, Andrija Mandic, del Fronte democratico, l’annuncio degli arresti era solo propaganda. L’opposizione inoltre accusa Djukanovic di corruzione e clientelismo.
Molti montenegrini non sono d’accordo con l’obiettivo di portare il paese nella Nato e questo aspetto sta fortemente dividendo l’opinione pubblica.
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