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    Il Messico svolta a sinistra: il candidato di sinistra López Obrador è il nuovo presidente

    Il neo-presidente del Messico, Andres Manuel Lopez Obrado. AFP PHOTO / RONALDO SCHEMIDT

    Sconfitto il partito Rivoluzionario Istituzionale, che ha dominato la politica messicana per quasi tutto il ventesimo secolo

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 2 Lug. 2018 alle 08:04 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 19:02

    Andrés Manuel López Obrador è il nuovo presidente del Messico. Il candidato di sinistra ha vinto le elezioni che si sono tenute domenica primo luglio 2018 raccogliendo circa il 53 per cento dei voti.

    Sconfitto il partito Rivoluzionario Istituzionale, che ha dominato la politica messicana per quasi tutto il ventesimo secolo.

    Lopez Obrador si era già candidato alla presidenza due volte, ma in entrambe le occasioni era stato sconfitto.

    Candidato del partito Movimento di Rigenerazione Nazionale e sostenuto dalla coalizione Insieme Faremo la Storia, il neo-presidente era dato come ampiamente favorito alla vigilia, dopo aver condotto una campagna elettorale incentrata sulla lotta alla corruzione e ai trafficanti di droga e su una politica meno accomodante verso gli Stati Uniti.

    “Tenderemo la nostra mano franca alla ricerca di un rapporto di amicizia e di cooperazione con gli Stati Uniti”, ha dichiarato subito dopo l’annuncio della vittoria.

    Qquando gli e’ stato chiesto come reagirà se il presidente americano Donald Trump lancerà messaggi aggressivi contro il Messico, Lopez Obrador ha rifiutato di ingaggiare una polemica: “Agiremo con grande cautela, visto rappresentiamo il paese”.

    La sua vittoria è stata riconosciuta dallo stesso Trump, che su Twitter si è congratulato: “Sono molto ansioso di lavorare con lui. C’è molto da fare per portare benefici sia agli Stati Uniti che al Messico!”.

    Le elezioni

    Domenica primo luglio in Messico si sono tenute sia le elezioni presidenziali sia quelle parlamentari per rinnovare entrambe le camere del Congresso ed eleggere centinaia di funzionari statali e municipali.

    In tutto i candidati alle varie cariche sono oltre 3.500.

    Il Congresso dell’Unione è formato dalla Camera dei Deputati e dal Senato della Repubblica. I deputati vengono eletti ogni 3 anni e i senatori ogni 6 anni.

    Il Messico è una repubblica presidenziale federata in 31 stati liberi e sovrani e un distretto federale rappresentato dalla capitale, Città del Messico.

    Il presidente è sia capo di stato che di governo e ha un mandato che dura 6 anni, senza possibilità di essere rieletto.

    Dal 2006 al 2012 il presidente del Messico è stato Felipe Calderón Hinojosa, mentre dal 2012 il presidente è Enrique Peña Nieto, del Partito Rivoluzionario Istituzionale, che terminerà il suo mandato il 1 dicembre 2018.

    Tra le urgenze principali che il nuovo presidente si troverà ad affrontare vi è il problema dei cartelli della droga e degli omicidi e la violenza legati al narcotraffico, e la dilagante corruzione, oltre alla riforma del sistema giudiziario e al problema della gestione dell’ordine pubblico.

    I candidati

    • Andrés Manuel López Obrador, del partito Movimento di Rigenerazione Nazionale. La sua coalizione, Insieme Faremo la Storia, è sostenuta dal Movimento di Rigenerazione Nazionale, dal Partito del Lavoro e dal Partito Incontro Sociale.

    • Ricardo Anaya Cortés, del partito Azione nazionale. La sua coalizione Per il Messico al Fronte, è sostenuta dal Partito Azione Nazionale, dal Partito della Rivoluzione Democratica e dal Movimento Cittadino.

    • José Antonio Meade Kuribreña, del partito Rivoluzionario Istituzionale. La sua coalizione, Tutti per il Messico, è sostenuta dal partito Rivoluzionario Istituzionale, dal partito Verde Ecologista del Messico e dal partito della Nuova Alleanza.

    • Jaime Rodríguez Calderón, è un candidato indipendente e non è sostenuto da nessuna coalizione.

    • Margarita Zavala, è una candidata indipendente non sostenuta da nessuna coalizione. È la moglie dell’ex presidente del Messico Felipe Calderón

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