Elezioni Mauritania 2019 – Sabato 22 giugno i cittadini della Mauritania sono chiamati a eleggere il proprio presidente.
Da 11 anni il paese africano è guidato da Mohamad Ould Abdel Aziz, salito al potere dopo un colpo di stato militare nel 2008 e risultato vincitore nelle elezioni del 2009 e del 2014. Le urne del 2019 sono le prime a cui hanno deciso di presentarsi anche esponenti dell’opposizione e potrebbe essere il primo passaggio di poteri pacifico nel paese.
I candidati
A correre per la carica di presidente sono in tutto sei candidati.
Il favorito sembra essere Mohamad Ould Ghazouani, appoggiato dal presidente uscente Aziz.
L’opposizione ha presentato diversi candidati, non essendo riuscita a trovare un unico rappresentante. In questo frangente il personaggio con maggiori possibilità di vittoria è Mohamad Ould Boubacar: tecnocrate di formazione francese, ha trascorso 35 anni nel governo, cinque dei quali ricoprendo la carica di primo ministro. Non avendo esperienza militare a differenza di Ghazouani, Boubacar si definisce “il candidato per il cambiamento civile”.
Sono diversi i partiti che sostengono Boubacar, tra questi anche il partito islamista Tawassoul, la più potente forza di opposizione in parlamento. Ad aver espresso il proprio sostegno all’ex primo ministro è stato anche il multi-miliardario in esilio Mohamed Ould Bouamatou, cugino del presidente passato adesso ad appoggiare l’opposizione.
Terzo candidato è Biram Dah Ould Abeid, un attivista anti-schiavitù e figlio di un ex schiavo.
I programmi elettorali
Punti focali della campagna elettorale dell’opposizione sono stati la lotta alla corruzione e la riforma dell’istruzione e dell’assistenza sanitaria.
Stessi temi affrontati dal candidato governativo Ghazouani, che ha però evitato di parlare di corruzione preferendo invece concentrarsi sugli investire in enormi progetti infrastrutturali.
Uno dei problemi evidenziati dall’opposizione in vista delle elezioni è il rischio di brogli elettorali, dato che la maggioranza dei membri della Commissione elettorale della Mauritania ha legami con i partiti che sostengono Ghazouani.
Il governo però ha ignorato le richieste di osservatori internazionali, concedendo solo l’invio di due esperti dell’Unione europea dopo le elezioni.
Come detto, il candidato dato per vincitore è Ghazouani, appoggiato dal governo. Se nessuno dei candidati dovesse ottenere il 50 per cento dei voti gli elettori dovranno tornare al ballottaggio il 6 luglio.