Elezioni Egitto 2018 | Tutte le ultime notizie in tempo reale
02 aprile – ore 15.30 – Risultati definitivi: Al Sisi vince con il 97 per cento dei voti. La Commissione elettorale nazionale egiziana ha diffuso i dati ufficiali e definitivi delle elezioni presidenziali. Il presidente uscente, Abdel Elfattah Al Sisi, è stato rieletto con il 97,08 per cento dei voti, pari a oltre 21,8 milioni di preferenze. Il suo sfidante, Moussa Mustafa Moussa, ha raccolto il 2,92 per cento dei voti (circa 656 mila preferenze). L’affluenza alle urne è stata del 41,5 per cento.
ore 10.45 -Migliaia di egiziani alle elezioni presidenziali hanno espresso il loro voto in favore di sono andati a Mohamed Salah, giocatore egiziano del Liverpool che gode di una grandissima popolarità nel paese. Secondo quanto riferito da alcuni media britannici, almeno un milione di voti sono stati resi nulli e in moltissimi di questi casi il voto era stato espresso per Salah, che non era candidato.
30 marzo – 0re 16.30 – Al Sisi al secondo mandato. Nonostante i dati diffusi dai media egiziani siano ancora provvisori, la vittoria di Al Sisi è ormai data per certa. Al Sisi ha ottenuto il 92 per cento delle preferenze,pari a 21,5 milioni di schede, vincendo contro il suo principale rivale, Moussa Mustafa Moussa. L’affluenza è stata però inferiore a quella del 2014 e intorno al 41 per cento.
29 marzo – ore 11.00 – Al Sisi al 92 per cento, affluenza bassa. Il presidente egiziano uscente, Abdel Fattah Al Sisi, è in vantaggio con il 92 per cento dei voti e l’affluenza è sotto il 50 per cento. È quanto emerge dai primi risultati parziali diffusi dai media di stato. Il quotidiano locale Al-Ahram sostiene che Al Sisi ha raccolto quasi 23 milioni di preferenze.
0re 10.45 – Al Sisi in vantaggio con il 90 per cento dei voti. Ilpresidente egiziano uscente, Abdel Fattah Al Sisi, è in vantaggio con il 90 per cento dei voti. Lo riferiscono i media di stato, che parlano ancora di risultati parziali.
ore 09.45 – risultati parziali: Al Sisi in vantaggio. Secondo i primi risultati parziali, il presidente egiziano uscente, Abdel Fattah Al Sisi, è in vantaggio: secondo il quotidiano egiziano di proprietà statale Akhbar al-Youm, Al Sisi ha raccolto circa 21,5 milioni di voti a fronte di 59 milioni di cittadini aventi diritto.
Secondo la stessa fonte, lo sfidante del presidente, Moussa Mostafa Moussa, ha raccolto appena 721mila voti. Incerto resta invece il dato sull’affluenza alle urne. Ieri, l’Autorità elettorale nazionale egiziana aveva fatto sapere che gli elettori che non si sono recati ai seggi saranno sanzionati con una multa di 500 sterline egiziane, pari a 28 dollari.
27 marzo – ore 19 – Secondo giorno per le elezioni presidenziali in Egitto. L’affluenza maggiore è stata registrata al Cairo, Giza, Qalioubiya, Assiut and Aswan. I media stranieri, tra cui Cnn e Bbc hanno pubblicato rapporti positivi sulle elezioni presidenziali in Egitto, non segnalando episodi controversi. Mohammed Alam El-Din, membro della National Press Authority, ha dichiarato che l’alta partecipazione alle elezioni presidenziali ha sventato tutti i tentativi dei media stranieri di diffondere voci false sull’Egitto, in particolare sull’affluenza. Il numero totale di giornalisti stranieri registrati per coprire le elezioni in Egitto è di 680, inclusi sia i residenti che i corrispondenti in visita. Circa 60.000 giornalisti lavorano in Egitto, ma non tutti sono registrati al Sindacato dei giornalisti. 14mila seggi sono stati istituiti in tutto il paese.
Elezioni Egitto 2018 | Diretta
Urne aperte, in Egitto, per le elezioni presidenziali. I seggi sono aperti dalle ore 07.00 di lunedì 26 marzo fino a mercoledì 28 marzo 2018.
Circa 60 milioni di persone si sono registrate per votare. I risultati ufficiali sono attesi per il 2 aprile.
L’eventuale ballottaggio è previsto dal 24 al 26 aprile.
L’attuale presidente Abdel Fattāḥ Al-Sisi concorre per assicurarsi un altro mandato.
La sua corsa è sostanzialmente priva di ostacoli e infatti Al-Sisi dovrebbe vincere facilmente, riconfermandosi così presidente dell’Egitto.
A sfidarlo formalmente è solo Moussa Mostafa Moussa, della formazione al-Ghad, un candidato che in precedenza aveva tuttavia espresso sostegno per la leadership di Al-Sisi.
Come si vota in Egitto
Il sistema elettorale egiziano prevede due turni: il candidato presidenziale ha bisogno del 51 per cento delle preferenze per vincere il primo turno ed evitare il ballottaggio.
Se il primo turno non dovesse essere decisivo le date fissate per il ballottaggio sono dal 24 al 26 aprile.
Possono votare i cittadini egiziani che hanno superato i 18 anni d’età. Gli elettori idonei per le elezioni presidenziali di quest’anno sono sessanta milioni. I membri attivi delle forze armate e la polizia non sono autorizzati a votare.
Mousa Moustafa Mousa, l’unico “avversario” di Al Sisi
Mousa Moustafa Mousa, in soli dieci giorni, è riuscito a raccogliere l’investitura di 25mila elettori.
Mousa è uomo ben diverso dal fondatore del partito al-Ghad, Ayman Nour, che era finito in galera all’epoca di Mubarak. Moussa, invece, ha trasformato il raggruppamento in un’appendice di sostegno allo stesso Al Sisi.
Tutte gli altri candidati sono stati arrestati o si sono ritirati.
L’ex premier Ahmed Shafiq, dopo essere rientrato nel paese dagli Emirati Arabi, dove aveva trascorso un lungo esilio, con l’intenzione di partecipare alla corsa elettorale per la presidenza, ha deciso di ritirarsi senza fornire alcuna motivazione.
Poi è stata la volta dell’avvocato Khaled Ali, l’ultimo della lunga serie di candidati che hanno deciso di ritirarsi.
Mahmoud Al-Sherif, un portavoce della Commissione elettorale nazionale dell’Egitto aveva confermato che, in base alla legge del 2014, le elezioni si sarebbero svolte anche in presenza di un solo candidato.
“Se le elezioni presidenziali vedono la partecipazione di un solo candidato, la legge stabilisce che deve ottenere almeno il 5 per cento dei voti degli aventi diritto, pari a circa 3 milioni di preferenze”, aveva speigato Al-Sherif.
Ad Aboul Fotouh, politico dell’opposizione, è stato condannato a 15 giorni di carcere per una intervista rilasciata a una giornalista dell’emittente qatarina Al Jazeera. La sua accusa sulle prossime presidenziali, considerate falsate e oppressive come e peggio dell’epoca Mubarak, è stata giudicata dalla magistratura un attacco alla nazione. Così all’ex politico della Fratellanza Musulmana è stata comminata una pena di quindici giorni d’arresto.
Sorte peggiore è toccata a un altro militare, il generale Sami Anan, cui è contestato d’aver usato per la corsa presidenziale documenti falsi perciò risulta in prigione dal 23 gennaio. Verso Fotouh l’accusa è peggiore: terrorismo.
Il profilo di Abdel Fattāḥ Al-Sisi
Al-Sisi, responsabile di un colpo di stato nel 2013 ai danni del suo predecessore Mohammed Morsi, è stato eletto presidente nel 2014. Da allora il governo ha intrapreso una pesante campagna repressiva contro il dissenso, imprigionando migliaia di persone.
Un rapporto stilato dall’organizzazione non governativa Human Rights Watch ha portato alla luce innumerevoli casi di tortura e violazioni dei diritti umani perpetrate dell’Agenzia nazionale dei servizi egiziani, quella che un tempo si chiamava National Security.
Human Rights Watch ha evidenziato come sistemi coercitivi senza scrupoli siano utilizzati su larga scala nelle carceri in Egitto attraverso testimonianze raccolte in un anno d’intenso lavoro tra il Cairo e Alessandria.
Il report è un dettagliato resoconto sulle pratiche adottate dai servizi segreti per costringere oppositori, attivisti, giornalisti o, come nel caso di Regeni, cittadini stranieri sospettati di spionaggio o di atti che possano mettere a repentaglio la sicurezza nazionale, a confessare colpe spesso inesistenti.
Nella giornata di domenica 28 gennaio, numerosi esponenti dell’opposizione hanno invocato un boicottaggio delle elezioni presidenziali previste in Egitto a marzo.
“Chiediamo al nostro grande popolo di boicottare integralmente queste elezioni e di non riconoscerne il risultato”, si legge in un comunicato congiunto firmato, tra gli altri, da Abdel Moneim Abol Foutoh, candidato conservatore islamico che raccolse quasi il 20 per cento dei voti al primo turno delle elezioni del 2012.
L’Egitto alla vigilia delle elezioni
Nelle carceri egiziane sono imprigionati più di 60mila detenuti politici, un numero pari all’intera popolazione carceraria italiana.
Al-Sisi ha spesso affermato di voler creare uno stato civile moderno in Egitto, ma le sue politiche fanno sollevare dubbi sul fatto che egli creda davvero nei principi democratici di cui si fa portavoce.
Quanto sia drammatica la situazione abbiamo avuto modo di testarlo grazie alla vicenda di Giulio Regeni, il ricercatore friulano rapito e ucciso nel 2016 al Cairo, reo di svolgere una ricerca sui sindacati indipendenti.
A conferma dell’alta concezione dei “diritti umani” vigente in Egitto, gli stessi apparti di Stato, tentando maldestramente di coprire le loro tracce nell’affare Regeni, hanno organizzato una macabra messinscena trucidando a sangue freddo altri cinque malcapitati.