I conservatori del partito dell’Unione Democratica Croata (Hdz) hanno vinto le prime elezioni parlamentari tenutesi nel Paese da quando la Croazia è entrata a far parte dell’Unione europea nel 2013, senza tuttavia raggiungere la maggioranza necessaria per governare da soli.
Lunedì 9 novembre la commissione elettorale ha dichiarato che il partito conservatore, guidato dall’ex capo dell’intelligence Tomislav Karamarko, si è aggiudicato 59 dei 151 seggi a disposizione in parlamento. Invece il Partito Socialdemocratico di Croazia (Sdp), guidato dal primo ministro Zoran Milanovic, ha ottenuto 56 seggi.
Il poco margine tra i due schieramenti comporta che nelle prossime settimane si svolgeranno lunghi negoziati per creare un governo di coalizione.
Kamarko ha dichiarato che il primo impegno del partito sarà assicurare una vita migliore ai croati. Il partito conservatore ha un punto di vista diverso sulla gestione del flusso dei migranti rispetto ai suoi predecessori socialdemocratici. Durante la campana elettorale, l’Hdz ha promesso maggiori controlli alle frontiere per diminuire il flusso di arrivi nel paese, che conta 4.4 milioni di abitanti.
Circa 338mila migranti hanno attraversato la Croazia da metà settembre. Dal confine con la Serbia entrano nel paese dai 5mila ai 10mila al giorno. Pochi si fermano in Croazia, uno dei paesi più poveri dell’Unione europea con un tasso di disoccupazione del 16 per cento.
Il Ponte delle Liste Indipendenti, il terzo partito classificatosi alle elezioni guadagnando 19 seggi, sarà decisivo per la formazione della coalizione che governerà il paese. Fondato tre anni fa dal sindaco della città di Metkovic Bozo Petrov, il partito ha affermato che si impegnerà in una politica di riforme del settore pubblico e giudiziario e dell’economia.
A seguito dei risultati elettorali, Petrov ha dichiarato che supporterà il governo solo se si atterrà al programma del partito. “Per ogni riforma stabiliremo un termine, e se non sarà rispettato chiederemo una mozione di sfiducia. Sappiamo che, per come stanno ora le cose, controlliamo la maggioranza in parlamento. Una nuova elezione sarebbe molto meno costosa di un governo incapace”. ha aggiunto il leader del Ponte delle Liste Indipendenti.
Oltre ai flussi migratori, il nuovo governo croato dovrà affrontare il problema di una crescita economica che manca dopo sei anni di recessione.