In Corea del Sud si vota nonostante il Coronavirus: cittadini alle urne con guanti e mascherine
La Corea del Sud è tra i primi Paesi con un grave focolaio di Coronavirus i cui cittadini si sono recati al voto per le elezioni legislative da quando è iniziata la pandemia. Il voto si è tenuto oggi, 15 aprile, tra straordinarie misure di sicurezza per evitare nuove ricadute di contagi da Covid-19.
Gli elettori con le mascherine obbligatorie si sono allineati all’esterno dei seggi, ad almeno un metro di distanza l’uno dall’altro. A tutti è stata controllata la temperatura prima di entrare; tutti hanno dovuto lavarsi le mani con il disinfettante e indossare guanti di plastica. Chi aveva la febbre ha votato in cabine separate che sono state poi disinfettate dopo ogni utilizzo.In Corea del Sud l’epidemia di Coronavirus non ha mai comportato misure di confinamento generalizzato. I contagi sono stati in tutto 10.564 dall’inizio della crisi sanitaria, con 222 vittime secondo i bilanci ufficiali.
Il voto
I circa 44 milioni di elettori sono stati chiamati a eleggere 300 deputati. Il Partito democratico (Minju) di Moon Jae-in è favorito, con il presidente sudcoreano che spera di vincere dopo le misure di contrasto all’epidemia, considerate un modello all’estero. Secondo gli ultimi sondaggi Moon gode del consenso del 56 per cento della popolazione, contro il 41 per cento di fine gennaio. Il Minju spera di ottenere la maggioranza assoluta in Parlamento e conquistare 150 seggi invece dei 120 della legislatura uscente.
La campagna elettorale si è svolta esclusivamente in modo virtuale virtuale ma sentita, e i candidati democratici hanno puntato proprio sul tema della sicurezza di fronte alla pandemia. “Proteggiamo la popolazione. Per sradicare rapidamente il Covid-19 e recuperare dopo i danni socio-economici della pandemia, il governo ha bisogno della maggioranza parlamentare”, ha sottolineato l’ex premier Lee Nak-yeon, candidato a Seul.
Per quanto riguarda le candidature, rappresenta una novità la partecipazione del partito femminista, il Women’s Party. In lizza nella capitale anche un rifugiato nord-coreano, amputato di un braccio e di una mano, Ji Seong-ho, diventato celebre dopo essere stato salutato dal presidente Donald Trump durante una sua visita al Congresso Usa.
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