Oggi circa 47,5 milioni di francesi si recheranno alle urne per le elezioni legislative, ovvero per eleggere i 577 deputati che compongono l’Assemblea nazionale, la camera bassa del parlamento francese.
– Il partito En Marche! del presidente Emmanuel Macron si avvicina a una vittoria netta alle legislative francesi con il 32,3 per cento e con un numero in seggi che va da 415 a 445 secondo le proiezioni dell’istituto Elabe per Bfm-tv.
– Secondo i primi exit poll, su 577 seggi dell’Assemblea Nazionale francese, oltre 400 potrebbero andare al partito del neopresidente francese Macron in base ai risultati del primo turno delle legislative (LEGGI).
– Secondo la stampa francese, un elettore su due non si è recato alle urne a questa prima tornata elettorale delle legislative, dato che conferma il tasso di affluenza rilevato alle 17 (intorno al 40 per cento).
– A partire dal 2002, ovvero da quando il voto per l’Assemblea avviene successivamente a quello del presidente – la cosiddetta inversion du calendrier électoral approvata nel 2001 dal parlamento francese – l’affluenza al voto per l’elezione dell’assemblea legislativa è sempre nettamente più bassa di quella per l’elezione del presidente.
– I seggi hanno aperto alle 8 e chiuderanno alle 18 e alle 20 nelle grandi città. A contendersi le 577 circoscrizioni si presentano 7.882 candidati.
– A mezzogiorno il tasso di partecipazione al voto è del 19,24 per cento, in ribasso rispetto al 2012.
Nel 2002 votarono il 64,4 percento dei francesi (contro il 71 per cento delle presidenziali), nel 2007 l’affluenza fu del 60,4 percento (contro l’83 per cento delle presidenziali, ben 23 punti percentuali in meno) mentre nel 2012 l’affluenza è stata del 57,2 per cento (contro il 79,5 delle presidenziali, ovvero circa 22 punti in meno).
DA SAPERE:
Le elezioni si svolgeranno domenica 11 e domenica 18 giugno. Il sistema elettorale francese prevede infatti uno scrutinio uninominale maggioritario a doppio turno. Per essere eletto al primo turno un candidato deve raccogliere la maggioranza assoluta delle preferenze nella circoscrizione in cui si è presentato e allo stesso tempo un numero di voti che rappresenti almeno un quarto degli aventi diritto al voto di quella circoscrizione.
Quindi se nessun candidato ottiene questo risultato, gli elettori saranno chiamati nuovamente alle urne e potranno votare solamente i candidati che al primo turno hanno ottenuto almeno il 12,5 per cento delle preferenze.
Il rinnovamento dell’Assemblea segue le elezioni presidenziali che si sono tenute il 23 aprile e 7 maggio e che hanno visto la vittoria di Emmanuel Macron.
Il meccanismo elettorale francese rende molto complicato effettuare proiezioni sulle possibili composizioni dell’assemblea nazionale in termini di seggi ottenuti da ciascun schieramento. C’è infatti una certa possibilità che le intenzioni di voto e i voti effettivi durante i due turni divergano sensibilmente, poiché con il sistema maggioritario a doppio turno diventano fattori decisivi tanto l’affluenza alle urne quanto le alleanze elettorali a livello locale, che in teoria possono variare fra un turno e l’altro.
Per ottenere la maggioranza assoluta dell’assemblea nazionale francese occorre controllare 289 seggi.
Le elezioni legislative francesi del 2017 porteranno con sé un notevole cambiamento nelle file dei deputati eletti nell’assemblea legislativa. Oltre all’irruzione del fenomeno Macron sulla scena politica francese – è bene ricordare che né lo schieramento di maggioranza uscente di sinistra, né la destra classica si sono qualificate al secondo turno delle elezioni presidenziali – la nuova legge che regola il cumulo dei mandati farà sì che più di un terzo dei deputati della precedente legislatura non si candideranno alla quindicesima legislatura della Repubblica francese.
La regolamentazione del doppio mandato determinerà la formazione di nuovi equilibri politici in almeno 216 circoscrizioni su 577, poiché interessa circa il 45 per cento dei deputati (e quasi il 50 per cento dei senatori).
Il rapporto tra le diverse cariche che si possono esercitare a livello locale e a livello centrale ha una storia decisamente recente in Francia: fino al 1985, con l’eccezione dell’incompatibilità tra la carica di deputato e quella di senatore, non esistevano leggi che proibissero la possibilità di detenere più cariche istituzionali e amministrative.
L’ultima legge, entrata in vigore a partire dal 31 marzo 2017, renderà incompatibile il mandato di deputato, senatore e di rappresentate presso il Parlamento europeo con una lunga serie di cariche che erano ampiamente esercitate a livello locale
Le più importanti tra queste sono quella di sindaco, sindaco di arrondissement (per quanto riguarda le grandi città), presidente o vice presidente di un consiglio dipartimentale, presidente e vice presidente di un consiglio regionale.
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