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    Come sono andate le elezioni amministrative in Russia

    Il presidente russo Vladimir Putin. Credit: Reuters

    Questa tornata elettorale sarà la più importante prima delle elezioni presidenziali russe del marzo 2018

    Di Andrea Lanzetta
    Pubblicato il 11 Set. 2017 alle 08:30 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:00

    Domenica 10 settembre 2017 si sono svolte in Russia le elezioni amministrative, la più importante consultazione elettorale del paese prima delle elezioni presidenziali, in programma per marzo 2018.

    Con questo voto, 46 milioni di cittadini russi sono stati chiamati a eleggere gli alti funzionari a capo degli organi esecutivi di ben 17 tra regioni e repubbliche autonome all’interno della federazione, oltre ai membri delle assemblee legislative di sei regioni e diversi importnati consigli comunali.

    Secondo i sondaggi, il partito del presidente russo Vladimir Putin, Russia Unita, otterrà un ampio margine di vantaggio sui partiti di opposizione. A sfidare il partito governativo, correndo per la poltrona di sindaco di Mosca, c’è Dmitry Gudkov, leader del movimento Democratici Uniti. La principale formazione politica di questo movimento è il partito d’opposizione Yabloko.

    Chi ha vinto: i risultati 

    Dove si vota

    A Mosca si voterà per rinnovare i 125 Consigli di zona per un totale di circa 1.500 “deputati rionali”.

    Le regioni in cui saranno elette le assemblee legislative, dette dumas, sono: l’Ossezia del Nord, la repubblica di Udmurt, la regione di Krasnodar, quelle di Penza, di Saratov e di Sakhalin.

    In altre 16 suddivisioni amministrative verranno invece eletti direttamente gli “alti funzionari”, simili a governatori. Tra queste figurano cinque repubbliche autonome, quelle di: Buriazia; Karelia; Mari; Mordovia e Udmurt.

    Saranno eletti anche i governatori delle regioni di Perm; Belgorod; Kaliningrad; Kirov; Novgorod; Saratov; Sverdlovsk; Tomsk e Yaroslav.

    La tornata elettorale vedrà anche l’elezione dei governatori dell’oblast di Ryazan e della città di Sebastopoli, in Crimea.

    Il governatore della repubblica di Adygea sarà invece eletto dai consiglieri di stato di questa regione, ma, secondo lo statuto della repubblica dovrà avere il benestare del presidente russo Putin.

    A queste consultazioni si aggiungono anche le elezioni suppletive per due seggi della Camera bassa russa, la Duma di Stato, che si stanno tenendo nel distretto di Kingiseppsky, nella regione Leningrad – quella della città di San Pietroburgo – e nel distretto di Bryansky, nell’omonimo oblast, nella Russia centro occidentale, al confine con Bielorussia e Ucraina.

    Nove su 16 governatori appartengono al partito del presidente Putin, Russia Unita e sono dati in vantaggio dai sondaggi. Un altro partito che potrebbe avere un buon risultato elettorale è quello comunista.

    In caso di mancato raggiungimento della maggioranza da parte di uno dei candidati, è previsto un ballottaggio che si terrà domenica 24 settembre.

    Le proteste delle opposizioni

    L’opposizione ha contestato la commissione elettorale centrale russa per aver escluso diversi candidati dalle elezioni, in particolare per quelle alla carica di “alto funzionario”.

    Secondo le leggi elettorali russe infatti, per potersi candidare a governatore, un cittadino ha bisogno di presentare una lista di firme che includa almeno il 10 per cento dei consiglieri dell’assemblea legislativa della regione o della repubblica autonoma in cui si tengono le elezioni.

    La maggior parte di queste assemblee sono però dominate dal partito di governo Russia Unita, questo avrebbe impedito, secondo le opposizioni, la candidatura di diversi esponenti politici non graditi al presidente Putin.

    Questa regola, ribattezzata “filtro comunale”, è stata introdotta nella legislazione russa nel 2012 dall’allora presidente e attuale primo ministro Dimitrij Medvedev, con la riforma delle regioni che ha ripristinato l’elezione diretta dei governatori regionali.

    Tra i candidati che hanno denunciato la propria esclusione, c’è Yevgeny Roizman, sindaco della città di Ekaterinburg, sul lato orientale degli Urali.

    Con una pessima reputazione da amministratore ma con un grande seguito elettorale, il politico non ha potuto candidarsi nella propria regione natale di Sverdlovsk.

    In un’intervista all’emittente radiofonica fondata dal Congresso degli Stati Uniti, Radio Free Europe, Roizman ha affermato che le autorità russe si sono assicurate di eliminare dal campo l’intera opposizione.

    “Non c’è un unico vero sfidante forte”, ha detto Roizman, sostenendo che avrebbe vinto le elezioni se qualcuno non avesse bloccato la sua candidatura.

    Ella Pamfilova, a capo della Commissione centrale elettorale russa, ha respinto le insinuazioni di Roizman che la sua esclusione sia stata voluta dal Cremlino.

    “È difficile per me credere che un funzionario esperto come Roizman, che guida una grande città ed è in possesso di indubbie doti di amministratore, sia una debole vittima del regime”, ha detto Pamfilova al quotidiano economico russo RBK.

    Perché questo voto è importante

    Questa tornata elettorale sarà la più importante prima delle elezioni presidenziali russe del marzo 2018. I risultati elettorali daranno un’idea del consenso che riescono a catalizzare i partiti seduti nella Duma.

    La capacità di raccogliere voti del partito di governo è particolarmente importante per le prossime elezioni presidenziali, infatti, secondo alcuni commentatori russi, Putin avrebbe intenzione di candidarsi come indipendente, non come candidato del partito Russia Unita, per capitalizzare al massimo il consenso dei russi.

    Anche se non ha ancora annunciato ufficialmente la propria candidatura però, Vladimir Putin dovrebbe vincere anche le elezioni del 2018.

    In questo caso, si tratterebbe del suo quarto mandato alla presidenza, il primo risale infatti alla fine del 1999 ed è stato interrotto solo da un periodo di quattro anni, in cui ha servito come primo ministro dell’allora presidente Medvedev per evitare di violare il limite massimo di due mandati previsto per la più alta carica del paese nella costituzione russa.

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