Il voto per la nomina del presidente della Birmania è stato anticipato di una settimana e si terrà il 10 marzo. La decisione sembra suggerire che le negoziazioni per la modifica dell’articolo 59F della costituzione, che impedisce a Aung San Sun Kyi di assurgere alla massima carica dello stato, si siano interrotte.
Alcuni analisti, come Jonah Fisher per la Bbc, ritengono che in realtà l’emendamento della norma costituzionale avrebbe richiesto alla Lady birmana di scendere a compromessi pericolosi con l’esercito, come conferirgli un maggiore controllo sulla scelta dei ministri a capo degli stati federali più importanti.
Questo avrebbe senza dubbio intaccato la credibilità di Aung San Suu Kyi e del suo partito, protagonista di una vittoria travolgente alle elezioni del novembre 2015.
In realtà, come lei stessa ha affermato, avrebbe il saldo controllo del paese anche senza ricoprire ufficialmente la carica di presidente. Non le resta, quindi, che scegliere chi designare alla presidenza.