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    La polizia egiziana ha ucciso 10 sospetti miliziani al Cairo

    Alcuni soldati a un checkpoint delle forze di sicurezza egiziane. Credit: Reuters

    Nel paese è in corso un'insurrezione armata di gruppi islamisti contro il regime del generale al-Sisi

    Di Andrea Lanzetta
    Pubblicato il 10 Set. 2017 alle 16:50 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 22:02

    Le forze di sicurezza egiziane hanno ucciso 10 sospetti miliziani islamisti in una sparatoria avvenuta in seguito a due raid compiuti dalla polizia nel centro del Cairo. A riferirlo è stata l’agenzia di stampa Reuters, che cita fonti dell’esercito egiziano.

    Cinque membri delle forze di polizia egiziane sono rimasti feriti nel corso della sparatoria: tre in seguito all’esplosione innescata da uno dei sospettati al fine di impedire alle forze di sicurezza egiziane di entrare nell’edificio; altri due poliziotti sono invece rimasti feriti nella sparatoria avvenuta durante l’incursione.

    Secondo Reuters le autorità avevano ricevuto una segnalazione riguardo la possibile presenza di membri del gruppo terroristico Hasm, responsabile di diversi attentati ai danni di giudici e poliziotti nella capitale egiziana.

    Il governo del Cairo accusa Hasm di essere un’ala dei Fratelli Musulmani, il più antico movimento islamista presente nel paese e dichiarato illegale nel 2013, a seguito del colpo di stato militare.

    Secondo quanto riportato da Reuters, i Fratelli Musulmani hanno negato qualsiasi legame con il gruppo Hasm.

    Nel paese è in corso una ribellione da parte di gruppi islamisti, localizzati principalmente nella penisola orientale del Sinai.

    La penisola del Sinai, scarsamente popolata, è infatti infestata da un gruppo militante armato affiliato al sedicente Stato Islamico che ha proclamato la creazione di una provincia dell’Isis.

    Finora, sono rimasti uccisi centinaia di soldati e agenti di polizia egiziani in quella che ha preso i contorni di una vera e propria insurrezione armata. 

    Si stima che nell’area siano attivi tra i mille e i 1.500 miliziani islamisti.

    La ribellione è iniziata in seguito al colpo di stato militare che ha deposto il presidente Morsi, legato alla Fratellanza musulmana e incoronato presidente il generale al-Sisi.

    Da allora, il regime del Cairo ha incarcerato migliaia di persone, tra cui molti attivisti che avevano preso parte alla primavera egiziana.

    Proprio a causa delle violazioni dei diritti umani nel paese, gli Stati Uniti hanno sospeso 300 milioni di dollari di aiuti militari ed economici all’Egitto.

    Il governo statunitense infatti, ogni anno, è tenuto a trattenere il 15 per cento degli 1,3 miliardi di dollari di aiuti militari forniti al Cairo a meno che non sia certificato l’impegno del governo egiziano nel promuovere i diritti umani e la democrazia nel paese.

    Nel paese africano esiste infatti una legge che richiede l’autorizzazione da parte del Ministero dell’Interno per ogni incontro pubblico a cui siano presenti più di 10 persone.

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