Egitto, arrestata la giornalista Nora Younis, direttrice del sito al-Manassa
La giornalista Nora Younis è stata arrestata in Egitto nel pomeriggio di ieri, mercoledì 24 giugno 2020: la direttrice di al-Manassa è accusata di gestire un sito di notizie senza licenza operativa. Erano ben 8 gli agenti della sezione informatica della polizia che si sono presentati nella redazione del giornale, al Cairo, sequestrando due computer e chiedendo a Younis di seguirli al quartier generale della base tecnica per analizzare il contenuto dei pc. I poliziotti hanno detto alla giornalista che avevano intenzione di verificare se i programmi installati del sistema operativo open source Ubuntu fossero coperti da regolare licenza. Ma l’editore del sito, Sayyd Turki, ha denunciato che – una volta fuori dal giornale – l’auto con a bordo Nora Younis “non si è diretta verso la sede della polizia informatica, nel dipartimento di Giza, ma alla stazione di polizia di Maadi”.
Al-Manassa è uno degli oltre 500 domini oscurati dal regime guidato da Al-Sisi negli ultimi anni. Era il 2017 quando il sito è stato dichiarato fuorilegge: nonostante sia stato privato di visibilità e accessi diretti, però, il giornale ha continuato a svolgere la sua attività su piattaforme online capaci di bypassare l’embargo imposto dal governo del Cairo. In Egitto, infatti, perché le testate giornalistiche possano lavorare è prima necessario che vengano accreditate: non sempre, però, la licenza viene rilasciata, spingendo gli editori a trovare modi alternativi per poter andare online ed essere trovati dai lettori.
Nella mattinata di oggi, Nora Younis è comparsa davanti al pubblico ministero per rispondere delle accuse nei suoi confronti. La reporter è molto nota in Egitto e vanta una lunga carriera, durante la quale ha collaborato anche con il Washington Post, per cui si è occupata di diritti umani, soprattutto in relazione al suo Paese. Da sempre critica nei confronti del regime, anche quando al potere c’era Hosni Mubarak, Nora ha fondato nel 2015 al-Manassa. Nel 2008 ha vinto il premio di Human Rights Defender.
Il timore è che adesso la giornalista possa essere condotta nella sezione femminile del carcere di Qanater, a nord-ovest del Cairo, dove si trovano rinchiuse molte attiviste egiziane, tra cui anche Sanaa Seif, sorella dell’attivista e prigioniero di coscienza egiziano Alaa Abdelfattah, arrestata qualche giorno fa mentre si trovava con la madre Leila e la sorella Mona.
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