Una vittoria scontata quella del presidente al Sisi al referendum che si è svolto dal 20 al 22 aprile 2019 per la modifica della Costituzione.
L’88,8 per cento dei cittadini egiziani ha votato in favore degli emendamenti al testo costituzionale già approvati nei giorni precedenti dal Parlamento.
Uno dei punti principali e maggiormente contestati dall’opposizione e dagli attivisti è quello che estende da 4 a 6 anni il mandato presidenziale e che permetterà ad al Sisi di restare di più al potere.
Inoltre, se l’attuale presidente venisse riconfermato alle prossime elezioni potrebbe guidare il paese fino al 2030.
Le urne sono rimaste aperte per tre giorni, ma al Sisi non ha permesso agli osservatori internazionali di assistere alle elezioni.
Significativo l’atteggiamento delle opposizioni, che hanno deciso di non boicottare il referendum dopo aver raggiunto le 250mila firme tramite una petizione on line contro gli emendamenti.
“Abbiamo capito che disertare le urne non aveva più senso. Ci siamo resi conto che l’unico modo di esistere era quello di votare no. Delegittimare il processo elettorale e stare in piazza non è più possibile perché la repressione, da anni, non permette a nessuno di scendere per strada”, ha spiegato l’attivista del Movimento 6 aprile, Ibrahim Heggi.
>Egitto, cosa prevede la riforma della Costituzione