Il virus dell’ebola persisterebbe nel liquido seminale degli uomini sopravvissuti al contagio per un periodo molto più lungo di quello inizialmente considerato dagli scienziati.
È quanto hanno rivelato recenti studi condotti dall’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) in collaborazione con il Ministero della Sanità della Sierra Leone e il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie statunitense.
Dalle analisi effettuate, pubblicate dal settimanale britannico The New England Journal of Medicine, è emerso che circa due terzi degli uomini contagiati ospiterebbero il virus nel proprio liquido seminale fino a sei mesi dopo l’insorgenza dei sintomi, e un quarto fino a nove mesi. Al contrario, i precedenti focolai di ebola avevano mostrato tracce del virus presenti per un massimo di 82 giorni dopo il contagio.
Se precedentemente il virus era considerato trasmissibile solo attraverso il contatto umano con organi, sangue e altri fluidi biologici, come la saliva, l’urina e il vomito, i dati resi noti dall’Istituto di Ricerca Medica dell’esercito americano dimostrano la possibilità che il virus sia trasmissibile anche sessualmente.
In Liberia, i ricercatori hanno analizzato il codice genetico del virus presente nel liquido seminale di un uomo e nel sangue della sua compagna, indicando l’ipotesi di una trasmissione diretta.
Le analisi hanno anche riportato che il virus infettivo è rimasto nell’organismo dell’uomo per circa 179 giorni dopo il contagio iniziale. Il virus, ancora presente negli organismi dei sopravvissuti, potrebbe quindi accendere nuovi focolai di contagio nel continente africano.
L’ebola si è diffusa tra aprile 2014 e marzo 2015 in Guinea, Liberia, Sierra Leone e Nigeria, causando la morte di quasi 11mila persone.
Dal momento che in alcune zone della Sierra Leone, abitate da un numero molto elevato di sopravvissuti, non si erano sviluppati nuovi casi di ebola, l’Oms riteneva poco possibile la trasmissione sessuale.
“Non abbiamo ancora certezze. È per questo che bisogna consigliare ai sopravvissuti di prendere misure precauzionali, come i contraccettivi”, ha dichiarato la direttrice generale dell’Oms alla Bbc.
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