La guerra civile siriana è in corso da ormai oltre sei anni. Iniziata nel 2011, essa ha causato la morte di circa 300mila persone, costringendo quasi 12 milioni di persone ad abbandonare le proprie case e le proprie città, 4 milioni dei quali lasciando il proprio paese per raggiungere soprattutto il Libano, la Turchia e l’Europa con lo status di rifugiati.
Tra i numerosi profughi fuggiti dal conflitto siriano, ci sono anche numerose famiglie molto povere e, per diverse ragioni, non in grado di lavorare e di guadagnarsi da vivere. Proprio a queste famiglie, un programma lanciato dal World Food Programme in accordo anche con la Mezzaluna Rossa della Turchia ha cercato di rendere la vita meno complicata.
Famiglie che riuscivano a mangiare la carne circa una volta al mese e per cui il riso era un lusso, grazie a questo programma riescono ad avere un migliore accesso al cibo. Esso consiste in una carta elettronica su cui è caricato un credito che permette di acquistare cibo in una serie di esercizi commerciali nei pressi dei campi per rifugiati presenti in Turchia.
Questo è un modo per mettere la tecnologia al servizio delle persone, permettendo grazie ad essa l’accessibilità ai servizi anche alle persone che altrimenti non potrebbero usufruirne. Quella dell’usabilità dei servizi e della tecnologia è una delle grandi sfide per il futuro che i governi e i colossi del mondo tecnologico e non solo sono chiamati ad affrontare.
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La carta elettronica per i rifugiati è in questo senso un caso di studio, e proprio prossimamente se ne parlerà a Roma nel corso del World Usability Day, che si terrà presso Parco Leonardo l’8 e 9 novembre 2017, organizzato dall’agenzia web Nois3. Della carta elettronica e delle altre opportunità offerte dalla tecnologia per i rifugiati parlerà Emmanuel Sevrin del World Food Programme.