Sono almeno 46 le vittime delle due esplosioni che domenica 21 febbraio hanno colpito la città siriana di Homs, controllata dalle forze governative.
Lo ha reso noto l’Osservatorio siriano per i diritti umani. La notizia è stata confermata anche dai media di stato, i quali però riferiscono di un numero di vittime minore.
La prima autobomba è stata fatta esplodere nel centro della città siriana, nel quartiere di Al-Zaahra, e ha provocato il ferimento di un centinaio di persone, almeno secondo quanto dichiarato dall’Osservatorio. Mentre, la seconda esplosione è stata causata da un attentatore suicida che si sarebbe fatto esplodere poco dopo.
Il canale arabo Al-Ikhbarya vicino al governo di Damasco ha parlato di almeno 14 persone rimaste uccise nel duplice attentato e di 29 feriti. La tv di stato ha poi mandato in onda le immagini di negozi danneggiati, di detriti sparsi sulla strada, di feriti e di auto in fiamme.
(Qui sotto alcune immagini delle devastazioni provocate dalle esplosioni trasmesse dal canale Al-Ikhbariya)
Gli attacchi di domenica sono avvenuti all’indomani dei progressi compiuti dalle forze governative contro l’Isis. Tuttavia, per il momento non c’è alcun legame immediato fra il gruppo di miliziani del sedicente Stato Islamico e i due attentati.
Nel mese di dicembre 2015, un altro duplice attentato aveva colpito la città siriana di Homs, provocando la morte di 32 persone e il ferimento di altre 90. Gli attacchi erano stati compiuti in seguito a un accordo di cessate il fuoco.