Una giornalista iraniana, Marzieh Rasouli, è stata condannata a due anni di carcere e a ricevere 50 frustate per aver fatto propaganda contro il governo di Teheran e per aver disturbato l’ordine pubblico.
La giornalista è stata condannata insieme ad altri due colleghi per aver collaborato con la Bbc, secondo quanto riportato da Reporters without borders.
Il governo iraniano considera la tv britannica uno strumento di spionaggio del Regno Unito in Iran.
Rasouli, una giornalista abbastanza conosciuta in Iran, ha lavorato per diversi giornali iraniani tra cui Shargh e Etemaad. È stata arrestata nel 2012, prima delle elezioni parlamentari, ma poi è stata rilasciata su cauzione.
Attualmente si trova in un carcere di Teheran ed è solo l’ultima giornalista a essere arrestata negli ultimi mesi.
Il Committee to protect journalists (Cpj) ha riportato che l’Iran è uno dei Paesi più pericolosi nei confronti della stampa. Dal 2009 i giornalisti in prigione sono aumentati fino a raggiungere un numero record nel 2012.
Da quando lo scorso 2013, al governo di Teheran, è salito Hassan Rouhani, le cose sono in qualche modo iniziate a cambiare in meglio per l’Iran.
A maggio un gruppo di donne ha condiviso foto senza velo su una pagina facebook, raggiungendo un seguito notevole (leggi l’articolo).
Tra l’altro, la rivista americana Foreign Policy ha inserito il presidente iraniano Hassan Rouhani nella lista dei 100 personaggi più influenti del 2013.
In questo articolo avevamo riportato qualcosa sulla vita dei ragazzi iraniani al giorno d’oggi, fuori dalla morsa del regime di Teheran. E qui avevamo evidenziato i progressi ottenuti dalle donne in Iran, come Easkey Britton, che è stata la prima a praticare surf in Iran (leggi l’articolo).
Ciononostante, i livelli di repressione in Iran sono ancora significativi. Rouhani ha mostrato nuove aperture in politica estera, ma non ha messo in atto nessuna riforma dal punto di vista culturale.
La maggiore età in Iran si ottiene a 15 anni per i maschi e addirittura a 9 per le bambine (leggi l’articolo). Si tratta di un escamotage per consentire matrimoni precoci e la pena di morte per giovanissimi.
Secondo l’Ufficio dell’Alta Commissione per i Diritti Umani (Ohchr), in Iran il numero di spose sotto i 15 anni è aumentato, dal 2007 al 2011, da 33,383 a 39,831.
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