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    Dove sono finiti i soldi prestati alla Grecia

    Meno del 10 per cento del denaro dei creditori è stato utilizzato dal governo greco per far ripartire l'economia e salvaguardare la parte più debole della società

    Di TPI
    Pubblicato il 7 Lug. 2015 alle 17:00 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 19:46

    Soltanto una piccola parte dei 240 miliardi di euro che la Grecia ha ricevuto da parte dei creditori internazionali come fondo per il salvataggio nel 2010 e nel 2012 è andata a finire nella casse del governo per mettere in atto le riforme sociali in seguito al colpo inflitto dal crack finanziario del 2008 e per far risollevare l’economia del Paese.

    La maggior parte del denaro è andato alle banche che hanno concesso i prestiti alla Grecia prima della crisi.

    A differenza della maggior parte dei Paesi europei, che hanno accumulato grandi deficit di bilancio per proteggere i pensionati e i destinatari del welfare, Atene è stata invece costretta a ridurre drasticamente il suo disavanzo comprimendo le pensioni e tagliando i salari minimi.

    Gli istituti di credito della Troika – il Fondo monetario internazionale, la Banca centrale europea e la Commissione europea – intervennero una prima volta durante la primavera del 2010, quando Atene non fu più in grado di restituire i 310 miliardi di euro presi in prestito dalle principali banche europee.

    Due anni più tardi, nel 2012, la Troika propose un secondo piano di salvataggio incentrato sulla cancellazione del debito per un valore di 100 miliardi di euro da parte di istituti di credito del settore privato.

    I detentori di titoli privati videro il valore delle loro obbligazioni calare del 53 per cento e andare incontro a un’ulteriore perdita in seguito allo scambio del debito con titoli a un tasso di interesse più basso.

    Queste misure cancellarono circa 100 miliardi di euro di debito, ma 34 miliardi di euro furono utilizzati come incentivo per far sì che l’accordo fosse accettato

    Quei 34 miliardi di euro furono aggiunti al debito greco. Anche i fondi pensionistici greci, che costituivano i principali strumenti di prestito privati, subirono perdite ingenti.

    In seguito 48,2 miliardi di euro furono utilizzati per salvare le banche greche che erano state costrette ad andare incontro a perdite, indebolendo la loro capacità di proteggere i propri interessi e quelli dei depositanti.

    Infine, 140 miliardi di euro furono spesi per pagare i debiti contratti e gli interessi maturati con il tempo.

    Meno del 10 per cento dei fondi del salvataggio è stato lasciato al governo per riformare la sua economia e salvaguardare la parte più debole della società.

    Il debito pubblico greco è ancora pari a circa 320 miliardi di euro, il 78 per cento dei quali deve essere restituito alla Troika.

    Come afferma il Jubilee Debt Campaign, una coalizione di movimenti che si battono per la cancellazione dei debiti per le nazioni più povere: “I salvataggi hanno riguardato il settore finanziario europeo e il debito è passato dalle mani del settore privato a quelle del settore pubblico”.

    Qui sotto: un grafico della Bbc mostra i Paesi creditori della Grecia 



    L’articolo è stato originariamente pubblicato qui. Traduzione a cura di Andrea De Pascale

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