Due attacchi hanno colpito la capitale siriana Damasco sabato 11 marzo 2017, provocando la morte di almeno 40 cittadini iracheni, secondo quanto dichiarato dal ministero degli Esteri iracheno. Altri 120 pellegrini che si stavano recando a pregare nel vicino santuario sono rimasti feriti.
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L’attacco si è verificato presso una stazione degli autobus, dove i pellegrini erano stati condotti per visitare il vicino cimitero di Bab al-Saghir, che prende il nome da una delle sette porte di Damasco.
La seconda esplosione si è verificata dieci minuti dopo la prima, colpedo anche alcuni membri della protezione civile che stavano soccorrendo i feriti.
Non c’è stata un’immediata rivendicazione della responsabilità dell’attacco, che secondo la televisione al-Manar TV, controllata dalla forza libanese di Hezbollah, è stato condotto da due attentatori suicidi.
I miliziani sunniti attaccano spesso gli sciiti ma gli attentati nella capitale siriana sono abbastanza rari. Damasco è in gran parte sotto il controllo del presidente siriano Bashar al-Assad, ma gruppi di ribelli sono presenti in quartieri periferici della città.
Non è ancora chiaro chi ci sia dietro l’ultimo attacco, che il portavoce del ministero degli esteri iracheno Ahmed Jamal chiamato un “operazione terroristica”.
Nella guerra civile scoppiata nel 2011 e ancora in corso, il presidente siriano Bashar al-Assad ha il supporto delle milizie sciite provenienti da paesi come Iraq, Afghanistan e Libano. A giugno 2016 l’Isis ha rivendicato la responsabilità di attacchi condotti con autobombe nel santuario sciita di Sayyida Zeinab.
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