Sulle colline polverose di Hashtgerd, che si trova circa 65 chilometri a ovest di Tehran, la capitale dell’Iran, un motociclista su una moto truccata arriva rombando lungo una pista, sfidando salti ripidi e curve pericolose.
Con addosso una brillante tuta nera e arancione, il motociclista sembra uguale a qualsiasi altro, finché non si toglie il casco. È una donna.
“Quando la gente lo scopre, si fermano e dicono damet-garm – ‘cavolo!’ -“, ha detto Behnaz Shafiei al Guardian.
Si sente la benvenuta in quello che senza di lei sarebbe un club motociclistico completamente maschile. Si allena tre volte la settimana: “Mi offrono aiuto quando traino la moto con la macchina o quando incappo in un problema tecnico.”
Behnaz Shafiei ha 26 anni ed è nel primo gruppo di donne motocicliste in Iran che hanno di recente ottenuto il permesso ufficiale di allenarsi su circuiti fuoristrada. È anche l’unica ad aver fatto competizioni professionali su strada.
Anche se Shafiei e una manciata di altre donne motocicliste possono frequentare questi club, a loro non è ancora permesso di iscriversi alle corse su piste ufficiali, incluse quelle del magnifico complesso sportivo di Azadi, al momento aperto esclusivamente agli uomini.
Alle donne in Iran è vietato guidare la moto in pubblico, e non possono ottenere la patente per guidare la moto, anche se è loro consentito partecipare ad altri sport, come le arti marziali o i rally automobilistici.
Ma le cose stanno cominciando a cambiare. La storia di Shafiei ha attirato interesse per le motocicliste iraniane. Un quotidiano nazionale l’ha recentemente fotografata e la televisione di stato ha trasmesso una sua intervista.
Shafiei spera che presto le sarà anche permesso di competere nelle gare ufficiali.
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